LA FICTION SERIALE TV


Sono "fiction televisive" tutte quelle storie create appositamente per la televisione, senza il passaggio nelle sale cinimatografiche. Si producono in tutto il mondo fiction della durata di un normale lungometraggio, e che in Italia sono chiamati film per la tv. Ma la gran parte della fiction televisiva è suddivisa in episodi o puntate ed è caratterizzata dalla serialità. Significa che la tipica fiction televisiva è "spezzettata", e che questa articolazione produce un tipico atteggiamento del pubblico, fondato sull'attesa.

Vedere un film (al cinema come davanti al televisore) è sempre, in una qualche misura, una scommessa: potrà piacerci o meno; prima della sua visione le nostre previsioni sono fondate su pochi dati: possiamo amare certi attori o determinati registi, ma i risultati dei loro sforzi variano molto da una pellicola all'altra. Dunque, quando affrontiamo la visione di un nuovo film, non abbiamo la certezza del piacere. Nei fatti, molto spesso rimaniamo delusi. La serialità invece è portatrice di maggiori certezze: se ci è piaciuta una puntata o un episodio di una fiction seriale tv, ci sono alte probabilità che ci piacciano anche le altre. Il pubblico è rassicurato dal ritorno periodico dello stesso tono, della stessa ambientazione, della stessa maniera di trattare personaggi, dialoghi e intrecci.

La serialità ha successo per varie ragioni. 


a. Nel caso della puntata agisce sulla nostra curiosità, nel caso dell'episodio sul piacere rassicurante della ripetizione.


b. Nel pubblico scatta un meccanismo di immedesimazione nei personaggi o nelle ambientazioni. Questo processo viene favorito dagli autori popolando le fiction seriali di una serie di personaggi di varia estrazione, etnia, dominanti psicologiche.


c. Un altro meccanismo che scatta nel pubblico è quello di legarsi sentimentalmente a uno o più personaggi, quasi si trattasse di una sorta di "innamoramento". Questo sentimento è più "sicuro" di quello che si vive nel mondo reale, dove le persone alle quali ci leghiamo possono deluderci, per questo è facile e rassicurante "rifugiarsi" in personaggi fittizi: viviamo dei sentimenti senza correrne i pericoli.


d. L'appuntamento fisso, costante, sicuro, produce una forte familiarità con l'ambiente della fiction seriale, nel quale lo spettatore si immerge con una sensazione di forte familiarità, come se per un'ora lui ne facesse parte.

Origini della fiction seriale

La serialità non è nata con la televisione, ma con il feuilleton, un genere letterario ottocentesco di carattere assai popolare, originario della Francia. Il termine feuilleton deriva dal fatto che i romanzi appartenenti a questo filone erano pubblicati a puntate sui giornali, quotidiani o periodici. Erano ricchi di colpi di scena più o meno verosimili, fughe, inseguimenti, amori, uccisioni, vendette, travestimenti e spesso la puntata veniva interrotta nel crescendo dell'azione, per fidelizzare il pubblico.

Dal feuilleton, verso la fine dell'800, prese l'avvio in Italia un genere di narrativa analogo ed altrettanto popolare: quello del romanzo d'appendice, molto in voga nella seconda metà dell'Ottocento e all'inizio del Novecento. Spesso scritti da donne per un pubblico prevalentemente femminile, i romanzi d'appendice erano storie intricate a sfondo amoroso, spesso con tinte fosche. Erano detti d'appendice perché venivano pubblicati a puntate sui giornali quotidiani (appunto in appendìce, quindi in ultima o penultima pagina) e solo in seguito diffusi nella forma classica del libro.

La serialità era anche alla base del fumetto, nato alla fine dell'800: le storie dei suoi personaggi, che ebbero subito uno straordinario successo negli USA, venivano pubblicati settimanalmente alla domenica in appositi inserti.

Anche il cinema ebbe una sua stagione seriale. Negli anni dieci il serial rappresentò, in Francia e negli USA la transizione tra le pellicole che duravano un rullo (15 minuti) e i lungometraggi. Erano film a puntate basati sull'azione, spesso di ambientazione esotica o di genere poliziesco.  Finivano sempre al momento culminante dell'azione, con il personaggio principale in pericolo. Questi espedienti si chiamavano cliffhanger (perché spesso i personaggi finivano sospesi su un precipizio) e servivano a spingere gli spettatori a tornare al cinema a vedere il seguito. La produzione perdurò sino agli anni venti e negli USA fino agli inizi anni trenta.

La serialità era la caratteristica dominante delle soap opera radiofoniche, che furono trasmesse negli USA a partire dagli anni '30. Il loro successo, soprattutto presso il pubblico femminile fu enorme: si articolavano in una struttura narrativa che non differiva troppo dalle successive soap televisive. Il termine, inizialmente dispregiativo, oggi "tecnico", era dovuto al fatto che gli sponsor erano ditte di saponi e detersivi.

In Italia e in altri Paesi era diffuso il fotoromanzo, una sorta di fumetto dove, al posto dei disegni, c'erano le fotografie. Le storie, divise in puntate, erano raccolte in riviste, la più venduta delle quali era Grand Hotel. Negli anni '40 e '50 arrivò all'apice della sua popolarità con fenomeni di divismo paragonabili a quelli dell'ambito cinematografico.

Quando la fiction seriale televisiva nacque, dunque, aveva alle sue spalle una solida tradizione di racconto seriale passato attraverso svariati media. La fiction seriale tv si differenzia per formato, Paese di produzione e genere.


Grand Hotel nacque nel 1946 con l'intenzione di divenire un fumetto rivolto ad un pubblico adulto, centrato su storie sentimentali. Ben presto però le fotografie sostituirono i disegni. Sin dal primo numero fu un grande successo e negli anni '50 raggiunse il milione di copie vendute. Naturalmente nacquero anche molti concorrenti. Questa "invenzione" italiana, il fotoromanzo, venne esportata in tutto il mondo, riscontrando uno speciale successo nei Paesi dell'America Latina dove poi contribuì anche alla formazione delle prime telenovela.


I formati delle fiction seriali tv

La serialità si articola in puntate o in episodi. Le puntate sono segmenti di una fiction che ha una certa progressione cronologica. Alla fine della puntata ci domandiamo: cosa succederà poi? Gli episodi invece sono prodotti autonomi, e ne aspettiamo uno nuovo non per sapere come continua la storia, ma per rivedere in azione lo stesso personaggio alle prese con situazioni sostanzialmente simili. Il sentimento generato dalla puntata è di aspettativa più o meno ansiosa, quello generato dall'episodio è di rassicurazione, perché tutto si conclude esattamente come previsto. La puntata è aperta, l'episodio è chiuso e autoconclusivo.

Dagli anni '80 sempre più si tende ad produrre fiction seriali che presentano combinazioni tra puntata ed episodio: vi sono serie costituite da episodi chiusi, ma dove si alimenta una sottotrama che fa progredire, ad esempio, la storia privata dei personaggi (Nikita). Vi sono fiction nate come episodi, ma che poi hanno sviluppato una continuità forte che le ha trasformate in puntate (X-files).

I diversi formati della fiction televisiva seriale sono grosso modo:

a. serie (ing.: series). Divisa in episodi (in Italia ognuno di questi è chiamato telefilm), non ha uno sviluppo cronologico delle vicende (Derrik, Murder, She Wrote, Starsky e Hutch, ecc.).

b. serial. Suddiviso in puntate, prevede uno sviluppo narrativo nel tempo. Si chiama miniserie (ing.: miniseries termine utilizzato negli USA) un serial costituito da un numero definito di puntate, generalmente meno di 13 (Twin Peaks, Roots, ecc.). In Italia prende il nome di sceneggiato, quando la produzione è italiana, e di teleromanzo quando lo sceneggiato è un adattamento di un romanzo. Quando il serial invece è basato su un grande numero di puntate si definisce continuous serial che può essere aperto (non tende ad una conclusione narrativa): ne fanno parte le soap opera (si chiamano così in USA e in Italia, mentre nel Regno Unito si chiama real drama, se di produzione nazionale); quando invece si prevede un finale il continuous serial si definisce "chiuso": le telenovelas appartengono a questa categoria.

Dagli anni '80, come scrivevamo, c'è una certa tendenza in alcune fiction al superamento della divisione netta tra serie e serial. All'inizio era una tendenza interna alle serie e che mantenevano episodio dopo episodio una sottotrama che si sviluppava nel tempo. Poi questa sottotrama in alcuni casi ha prevalso. Queste "serie serializzzate", negli USA sono chiamate serial drama (Lost).

Nei serial si ha la possibilità di approfondire maggiormente i personaggi puntata dopo puntata. Nelle serie invece le caratteristiche psicologiche dei personaggi sono date sin dalla prima puntata, e accompagnano inalterate il pubblico in tutti gli episodi.

I generi

Serie e serial possono essere classificati anche in base al genere. Lo si evita per le soap opera, perché sono poche (al contrario, le telenovelas, il cui numero è decisamente superiore, si è soliti dividerli per genere). Nei Paesi anglosassoni si usa una secca ripartizione (di origine teatrale) tra drama (fiction con toni drammatici, o comunque "seri") e comedy (fiction che si pone l'obiettivo di far sorridere). Il termine drama può essere utilizzato per fiction non altrimenti classificabili (come Twin Peaks), ma più spesso si utilizzano i termini relativi ai suoi sottogeneri, alcuni dei quali riportiamo sotto. Nel mondo anglosassone gran parte delle comedy, sono situation comedy, più brevemente sitcom (MASH; The Addams Family; Friends), fiction basate su racconti in interni, di impianto fortemente teatrale. Esse possono essere suddivise tra quelle interrotte da risate ed applausi, e quelle che non lo sono. Negli ultimi anni hanno riscosso successo fiction seriali che risultano a metà strada tra drama e comedy, che mantengono cioé la struttura del drama ma con una notevole dose di episodi tipicamente da comedy, o con personaggi da comedy inseriti in contesti da drama; in questo caso si parla di dramedy (The O.C.; Ally McBeal; Desperate Housewives; Sex and the City).

Qui sotto i principali sottogeneri del drama. La suddivisione non può essere troppo categorica: vi sono fiction che devono il proprio successo anche alla commistione tra generi, ad esempio The X-files che si situa alla confluenza tra mistery, horror e fantastico.

- adventure (A-Team; Baywatch; The Prisoner) si basa sulle azioni avventurose, spesso assai improbabili, di un personaggio o di un gruppo.

- mistery (Nero Wolfe; Murder, She Wrote; CSI) vede come pratogonisti detective che riescono a risolvere con la logica, l'intuito e la tecnica investigativa complicati casi.

- fantasy (Xena), basato su personaggi mitologici o dotati di poteri magici.

- legal drama (Perry Mason), vede al centro, tipicamente, un processo e come protagonisti, dunque, degli avvocati o dei procuratori distrettuali.

- medical drama (ER), si svolge in un ospedale ed ha per protagonisti medici e infermiere.

- police drama (Starsky e Hutch) si basa sulle vicende di un poliziotto o di una squadra, e miscela molta azione e poco mystery.

- science fiction (Star Trek), l'ambientazione è quella dell'omonimo genere cinematografico, ma con una predilezione per il racconto delle avventure di una intera comunità.

- supernatural drama, in italiano: "fantastico" (Charmes), basato su personaggi dotati di poteri soprannaturali ma che si muovono nella nostra quotidianità.

- teen drama (Dawson's Creek) è rivolto agli adolescenti ed ha loro come protagonisti.

- western (Bonanza), ha ambientazione e personaggi tipici del genere gemello cinematografico, ma, al contrario di quello, si basa generalmente sulle avventure dei vari componenti di una famiglia.

Paesi di produzione

Il Paese d'origine

La fiction seriale varia le sue caratteristiche secondo il Paese di produzione o di origine. La telenovela è tipicamente latinoamericana, la soap opera statunitense, lo sceneggiato è la tipica miniserie (serial con un numero limitato di puntate) di produzione italiana.

Al di là dell'origine però queste tipologie si sono diffuse in molti Paesi che in proprio le producono e le esportano, mantenendo però determinate peculiarità. Le serie poliziesche tedesche ad esempio si distinguono da quelle statunitensi per lo scarso peso riservato alla vita privata dei protagonisti e la minor propensione alla violenza, quelle italiane per la preponderanza degli aspetti interrelazionali e la commistione con la commedia.

Gli USA sono il maggior esportatore mondiale di serie televisive. Altri esportatori sono la Germania (con le sue serie poliziesche) e il Regno Unito (con serie che spaziano in tutti i generi, ma che negli ultimi tempi hanno perso molto pubblico rispetto a quelle statunitensi). Gli USA esportano anche soap opera, anche se vari Paesi ne producono in proprio (Australia, Regno Unito), tra questi l'Italia.

Diversi Paesi dell'America Latina producono telenovela, che là hanno un pubblico più vasto e variegato di quello di cui godono le soap opera negli USA (sempre più guardate da un target anziano). I maggiori esportatori sono Messico e Brasile. In Italia il boom delle telenovela c'è stato negli anni '80, in questo momento non ne viene trasmessa nessuna. Le telenovela però hanno un pubblico mondiale: Cina, India, Russia, Paesi arabi, Filippine...


La ricerca dei dati sulle fiction seriali tv. Tipologia di dati, fonti, modalità di scrittura.





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