LA GRAFICA CINEMATOGRAFICA


La grafica: gli intertitoli

Durante il cinema muto gli intertitoli erano cartelli che interrompevano il flusso del film riportando battute di dialogo o informazioni. Alcuni film hanno continuato a utilizzare gli intertitoli anche con il sonoro, per richiamare i modi dei film muti, segnalare o sottolineare un passaggio di tempo, titolare diverse parti del film evidenziandone la struttura, proporre motti o slogan, dediche o sintesi degli antefatti. "Shining" ("The Shining", r. di Stanley Kubrick, 1980, USA). 



La grafica: i sottotitoli

I sottotitoli sono interventi grafici che si sovrappongono all’immagine. Sono stati utilizzati spesso per indicare, ed eventualmente drammatizzare, il tempo e il luogo dell’azione della sequenza che si sta aprendo, a volte con accompagnamento sonoro.  "Il delitto Matteotti" (r. di Florestano Vancini, 1973, IT).



La grafica: i titoli di testa e di coda

L’opening title sequence di "Anatomia di un omicidio" ("Anatomy of a murder", r. di Otto Preminger, 1959, USA) inizia con l’apparire del logo della Columbia (una torch lady, personificazione femminile degli Stati Uniti) che dissolve a nero e continua con un fondo grigio che ospita la grafica di Saul Bass, considerato da molti il più grande title designer della storia del cinema. Bass lavora su un concept ispirato alla linea di demarcazione che si tracciava intorno ai cadaveri, combinata alle forme di una sorta di manichino crollato a terra, completamente nero: egli muove le varie parti della figura riunendole e separandole in modo che portino i vari crediti in diversi quadri. Il titolo del film ha un trattamento speciale, dato che viene utilizzato un font irregolare dall’aria vagamente espressionista. I ruoli principali sono inscritti bianco su nero nei vari pezzi della figura, a mano a mano che entrano in campo, mentre gli altri sono collocati fuori, con corpo più piccolo, bianco su grigio. Alla fine le due mani stilizzate del manichino invadono lo schermo, che dunque diviene nero, in modo che risalti il nominativo del regista/produttore. Il tutto è accompagnato da un pezzo jazz di Duke Ellington con il quale le entrate e le uscite grafiche si coordinano ritmicamente e che prosegue sull’incipt in modo da non staccare la title sequence dal resto del film.


Storicamente la grafica è stata utilizzata nel cinema per la realizzazione delle didascalie e dei titoli di testa e di coda. Nelle serie TV l'insieme di interventi grafici, immagini e musica è chiamata sigla e costituisce un elemento di straordinario richiamo per il pubblico.



Gli interventi grafici interni al film

In "Scott Pilgrim vs. the World" (r. di Edgar Wright, 2010, USA, UK, JP, CA) si imitano i modi visuali della fumettistica giapponese e dunque vi sono numerosi interventi grafici con intenti comico-didascalici all'interno delle scene.