Esperienza condotta dalla prof.ssa Noemi Gagliardo Corsi con la 1^S dell'IPS "Enrico FAlck" di Sesto San Giovanni nell'a.s.2024-25.
Il selfie ha la caratteristica di cogliere un momento, di solito comprendendo nel quadro anche ciò che si vuole ricordare: il luogo o gli amici. L'atteggiamento è nella gran parte dei casi buffo o allegro, perché il selfie serve a fermare una situazione irripetibile.
Il ritratto invece è una fotografia che non è spontanea, ma studiata. Dato che il ritratto è preparato, nel quadro possono entrare elementi che connotano il personaggio: abiti che lo caratterizzano o oggetti significativi che lo riguardano. Anche la posa che assume dovrebbe raccontare qualcosa del soggetto. L'espressione del viso può essere delle più varie, ma solitamente è concentrata. Mentre nel selfie il soggetto si rivolge sempre alla camera, non sempre ciò accade nel ritratto. Infine, mentre il selfie è un autoritratto, il ritratto quasi mai lo è.
L’obiettivo è avvicinare gli studenti ad un genere fotografico classico che ha due secoli di storia attraverso un esercizio che i giovani praticano continuamente divertendosi.
FASE 1 (due ore)
L’esperienza laboratoriale è introdotta da un powerpoint che spiega teoricamente le differenze e le affinità tra ritratto e selfie.
Gli studenti sono invitati, utilizzando il loro stesso smartphone, a ricercare sul web un esempio di ritratto e un proprio selfie inviandoli poi su una cartella condivisa su Classroom. Le foto inviate sono poi mostrate sulla digital board e commentate dagli studenti attraverso una discussione guidata dal docente che ha per fine rendere evidenti le peculiarità dei due generi e sollecitare anche la creatività degli studenti.
FASE 2 (due ore)
Prima di dare inizio alla parte pratica dell’esperienza il docente sottolinea alcuni aspetti che per esperienza sa che possono essere critici:
a. il volto deve essere leggibile (attenzione ai controluce);
b. le grandezze scalari scelte devono essere comprese in un range PP-FI;
c. attenzione all'aria in testa e al look room;
d. nel caso del ritratto non improvvisate: attenzione a posa ed espressione;
e. attenzione agli elementi che si sceglie di includere nell'inquadratura.
Durante le due fasi pratiche il docente segue gli studenti percorrendo i diversi gruppi rispondendo ai dubbi, dando indicazioni solo in caso di errori eclatanti e senza mai sostituirsi, intervenendo con decisione nel caso di dinamiche relazionali problematiche.
Gli studenti vengono invitati a gruppi di tre a realizzare dei selfie di se stessi col proprio cellulare. Il momento da commemorare è esattamente quello che stanno riprendendo: l'ora del laboratorio di audiovisivo. Gli studenti realizzano vari scatti e scelgono poi quale a loro avviso è più efficace nel ricordare quel momento. Gli studenti includono nel quadro elementi che servano a ricordarsi quel particolare momento.
Gli stessi gruppi, possibilmente con gli stessi vestiti, vengono impegnati nella ripresa del proprio ritratto. Dato che gli studenti non hanno ancora le competenze per realizzarlo, il docente allestisce un piccolo set con, ad esempio, uno sgabello, un fondale e un paio di luci. Davanti allo sgabello viene sistemata una fotocamera su treppiede. Si utilizzerà la modalità automatica.
Un membro del gruppo, a turno, è chiamato a reggere un pannello riflettente, posizionandolo correttamente. Un altro membro del gruppo è incaricato di inquadrare il personaggio scegliendo il tipo di taglio. Ogni membro del gruppo si farà ritrarre, anche con più tentativi.
Le fotografie sono poi caricate in una apposita cartella su Classroom.
FASE 3 (una ora)
Una volta concluse le fasi pratiche il docente mostra sulla digital board i lavori svolti. All’inizio commenta in prima persona, poi in sempre maggior misura stimola gli studenti ad intervenire criticamente (ma costruttivamente) sui lavori dei compagni.