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Videosaggio: i testi (Quinte, 2h+2h+2h+2h)

Agli studenti viene assegnato prima delle vacanze natalizie il compito di redigere la parte testuale del videosaggio. Il videosaggio conterrà necessariamente uno o più dei seguenti elementi:

a. testo del voice over

b. testo del presentatore

c. testo delle domande da porre ad un intervistato ed il contenuto delle risposte che ci si aspetta (per evitare che i contenuti siano fatti non dallo studente, ma dall'esperto che lui intervista)

d. testo delle scritte (non i crediti)

Vengono...

inaugurati su Drive una nuova serie di documenti intitolati "cognome_testi".

Su questo documento ogni studente incolla la scaletta. A partire da ogni punto della scaletta lo studente procede arricchendola dei contenuti appresi dalla ricerca e dai film visti. 

Dopo questa prima fase lo studente rilegge l'intero testo e lo adatta alla forma che prenderà per essere espresso (voice over o altro).


Al ritorno dalle vacanze il docente si confronta con i lavori degli studenti, indicando i cambiamenti necessari. A mano a mano che uno studente conclude la parte testuale, viene invitato a passare alla fase successiva, quella della sceneggiatura. I testi vengono lasciati più "abbondanti" rispetto alla presumibile forma finale, in quanto dovranno essere adattati al materiale video coi quali si accompagneranno, e conseguentemente "limati". Solo dopo la fase di sceneggiatura (che prevede l'accorpamento della parte testuale con quella visiva) il testo guadagnerà la sua forma definitiva e potrà essere registrato.

Di seguito due esempi di testi.


UN NUOVO LINGUAGGIO

testo del voice over

 

Il linguaggio audiovisivo sta attraversando una rivoluzione di cui ancora pochi sono consapevoli. E questo grazie all'irruzione di milioni di videoamatori che, utilizzando la Rete e mezzi di ripresa e montaggio sempre più economici, hanno realizzato una quantità senza precedenti di prodotti audiovisivi, rivoluzionando generi e linguaggi.

Fin dai suoi primi anni di vita, la Rete nacque come mezzo per lo scambio di dati e quindi come mezzo di comunicazione. Il video fu inizialmente uno dei contenuti più complessi da mettere in Rete, a causa del suo peso e dell’enorme potenza dei server e delle connessioni necessarie per veicolarlo. Ma la richiesta era tale da spingere l'industria a massicci investimenti in ricerca e apparati. 

14 febbraio 2005: questa è una data incisa nelle fondamenta della storia del video su web. Viene fondato YouTube, e il 23 aprile viene uploadato il primissimo video della storia di questa piattaforma. Si intitola “Me at the zoo”, e rappresenta appunto, un ragazzo allo zoo. Dura 18 secondi, è amatoriale e di pessima qualità, ma ha un’importanza storica destinata a crescere. Un anno dopo Youtube viene comprato da Google. Non è la sola nè la prima piattaforma di questo genere, ma indubbiamente è la più influente, ed è attualmente il secondo sito più visitato al mondo.

Oggi non può sfuggire il fatto che le giovani generazioni consumano la gran parte di immagini audiovisive non attraverso la televisione, non attraverso il cinema, ma attraverso la Rete. Questo nuovo pubblico non è come quello che sedeva per ore davanti alla tv subendo passivamente le scelte di palinsesti tutti uguali: è un pubblico dinamico che non solo sceglie, ma crea e distribuisce. Le barriere che prima separavano gli spettatori dalle opere audiovisive e dai suoi autori sta sgretolandosi. Con pochi soldi, capacità e iniziativa un giovane può far conoscere i suoi video a tutto il mondo. 

Questa esplosione produttiva è guardata con disprezzo da molti addetti ai lavori, per la sua scarsa qualità. Occorre ricordare però che ogni salto in avanti nelle possibilità tecnologiche dell'audiovisivo è stato segnato da un passo indietro sul piano della qualità, basti pensare all'avvento del sonoro. E’ bene dunque ricercare nella massa delle produzioni della Rete, ciò che è diventato segno di stile, cambiamento di linguaggio, affermazione di nuovi modi narrativi. Vediamone alcuni.

La produzione cinematografica e televisiva ha dato vita ad una gran quantità di formati. Che però hanno tutti una caratteristica comune: sono orizzontali. Eppure possiamo facilmente notare che uno dei formati nato e diffuso in Rete è quello verticale. All'inizio era un "errore", condannato da chiunque sapesse di audiovisivo. Eppure il famigerato “video in verticale”, incubo di ogni montatore, compare sulle piazze virtuali insieme ai primi smartphone in grado di registrare filmati. E anche grazie all’incompetenza dei primi utenti che non si curavano di registrare tenendo il telefono in orizzontale. Oggi tuttavia non è lecito crocifiggere chi produce video verticali, dato che appaiono anche nei maggiori siti di informazione e nei TG. Inoltre gli smartphone non sono solo un mezzo di ripresa, ma anche di riproduzione. I video della Rete sono riprodotti in grandissima parte da loro: quale formato migliore, dunque, se non quello verticale?

Un nuovo esercito di amatori si è ritrovato fra le mani mezzi per produrre e diffondere video, creando così una moltitudine di opere piene di mille difetti dovuti alle scarse competenze di linguaggio. Questi "difetti" però, col tempo sono diventati "stile", che ha contaminato anche cinema e tv. E' il caso del jump cut. Si tratta di un taglio che stacca e raccorda due inquadrature dello stesso soggetto, senza variare angolazione o grandezza scalare. Non si tratta di qualcosa di completamente nuovo. Gli autori della Nouvelle Vague sono stati tra i primi ad utilizzarlo. Poi il jump cut è sparito per tornare in auge con alcuni autori degli anni 2000. L'autoproduzione in Rete, però, l'ha diffuso a livello di massa. La ragione sta nel fatto che molti dei video in Rete, specie quelli dei videoblogger, si limitano ad una ripresa fissa di una persona che parla, senza preoccuparsi di disporre di più punti di ripresa per la copertura dei tagli. Il jump cut consente loro di tagliare errori e parti superflue in maniera rapida, limitando i mezzi di ripresa ad una sola telecamera. Da questa limitazione è nato uno stile, a volte imitato da film e programmi televisivi.

In molti video che circolano in Rete la telecamera è posizionata su un tavolo dietro al quale è seduto il presentatore. O comunque le riprese sono girate in ambienti casalinghi ristretti. Per questo gli autori della Rete ricorrono spesso al primo piano o al mezzo busto ravvicinato, quindi con un effetto grandangolo che deforma un po' il viso. Questo segno di linguaggio è caratteristico soprattutto nel genere Vlog.

Anche il software di montaggio e le relative componenti hardware si sono ampiamente diffuse. E la Rete è piena di materiali grafici, video e sonori di ogni tipo: una manna per chi non ha tempo e risorse per produrre materiale originale. Così si è diffusa l’abitudine, nel montaggio dei video di Rete, di utilizzare materiale di repertorio, infografiche, preset, immagini o qualsiasi cosa possa rendere più accattivante il prodotto.

Sono nati nuovi generi audiovisivi, tipici della Rete. Spesso sono fondati sul riciclo di materiali di repertorio, come Poop e MLG Parody. Nel caso delle Poop vengono riutilizzati spot, programmi, film o qualsiasi cosa sia popolare, per effettuare un loro rimontaggio grossolano e randomico al fine di mutarne la natura e in alcuni casi creare delle nuove storie. Lo scopo principale è quello di divertire lo spettatore con inserzioni demenziali. L'MLG Parody è una variante che parodizza le competizioni della Major League Gaming, il più importante ente che gestisce gli Esports. 

La Rete è una, ma i mezzi con cui i suoi contenuti vengono veicolati sono parecchi. I video devono adattarsi al contenitore per essere efficaci. Ad esempio su Facebook un prodotto audiovisivo deve durare poco, deve essere fruibile anche senza il sonoro e possibilmente deve adottare il formato quadrato. Su youtube è preferibile un rapporto 16:9, ma c’è una gamma molto ampia di possibilità comunicative, basta che il prodotto sia ben etichettabile, cioè identificabile come appartenente ad un genere. Del resto su Netflix un prodotto efficace deve soddisfare standard di qualità professionali, pari a quelli cinematografici.

A parte quest’ultimo, quasi tutte le altre piattaforme di fruizione video sul web puntano a rifornirsi di materiale postato dalla stessa utenza, che, come abbiamo visto, si è improvvisata regista, operatore, montatore... Da questo caos sta nascendo una nuova generazione di videomaker che ha intenzione di portare sul web prodotti sempre più complessi e con standard qualitativi sempre più elevati. È possibile infatti imbattersi già oggi in alcuni canali che realizzano cortometraggi, servizi giornalistici o addirittura webseries di buon livello, coniugando la tradizione del cinema e della tv con i nuovi linguaggi del web.



IL GENERE DEI SUPEREROI. Le ragioni di un successo

testo del voice over

 

I film dei supereroi hanno, in questi ultimi anni, riscontrato tanto successo, ma per comprenderlo appieno si deve partire dalle caratteristiche tipiche di questi personaggi. I supereroi sono dotati di grandi poteri o incredibili abilità, derivati da errori, esperimenti scientifici, allenamenti molto intensi o semplicemente provengono da altri pianeti. Il loro obiettivo? Salvare il mondo. 


L’origine delle storie sta nei fumetti. I fumetti dei supereroi sono nati intorno agli anni ‘40. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la popolazione aveva bisogno di eroi invincibili e giusti cui affidare le proprie speranze, scappando da paure e incertezze. I fumetti dei supereroi sono tuttora diffusi in tutto il mondo e sin dagli anni ‘50 ne furono proposte versioni cinematografiche e televisive. 


Fu a partire dagli anni ‘80, che nacquero i primi film di supereroi a grande investimento, come Superman e Batman, vennero portati sul grande schermo e furono campioni di incassi. Il periodo degli anni ‘80 ci fu un ulteriore fase di crisi e di disagio: l’ottimismo degli anni ‘60 e ‘70 era svanito e i supereroi erano gli unici in grado di porre rimedio ai problemi che apparivano insormontabili all’uomo comune. I supereroi hanno sempre incarnato valori come la sicurezza, la lealtà e il sacrificio, rappresentando un ottimo antidoto contro ansie e fobie collettive.


Non a caso il genere fu rilanciato nel corso degli anni 2000, un decennio di guerre e terrore, infatti il numero di film crebbe in modo esponenziale.

La ragione principale per cui i film dei supereroi hanno avuto successo è che questi personaggi in costume comunicano un’idea di forza e di sicurezza che nel mondo moderno è venuta a mancare, infatti questi film si sviluppano nella contemporaneità affrontando problemi reali come l’uso del nucleare oppure le guerre catastrofiche.


Un film di supereroi è in grado di farti evadere dalla realtà, grazie all’immersione totale in un universo parallelo, pieno di intrecci di storie e dettagli sempre nuovi.


Il genere favorisce l’identificazione da parte dei giovani spettatori. A chi non piacerebbe essere un supereroe? Ormai ne esiste un numero così vasto che ognuno può trovarvi il suo preferito, colui che lo rispecchia.


Il genere è ricco di spettacolarità e azione grazie a sequenze mozzafiato, piene di effetti speciali, a combattimenti impressionanti che catturano il pubblico e non lo abbandonano fino alla fine del film. Il genere ha preso dunque il posto di altri generi, come il western o l’action movie. 


Oltre ad essere un concentrato di azione i film dei supereroi utilizzano anche altri elementi narrativi, al fine di attrarre un numero maggiore di pubblico: la trama principale è spesso affiancata da una storia romantica e da alcune scene più comiche.


I generi cinematografici si modificano nel tempo cioè hanno un inizio e una fine che dura più o meno una decina di anni. Ma con i film dei supereroi stiamo scoprendo che non è sempre così. Infatti questo genere sta durando più del previsto e abbiamo tutte le ragioni per credere che non si spegnerà così presto.