SHINING

Analisi formale di alcune scene

Di seguito non un'analisi del film "Shining" ("The Shining", regia di Stanley Kubrick, 1980, USA, UK), ma una guida per ritrovare all'interno del film alcuni concetti chiave espressi in questo sito e nel libro di testo.


L'INCIPIT di "Shining"  è costituito apparentemente da uno SCHEMA di DESCRIZIONE AMBIENTALE col pretesto di seguire l'auto del protagonista. In realtà la particolarità della realizzazione, insieme alle caratteristiche della MUSICA, fanno sì che la descrizione ambientale acquisisca un carattere molto inquietante, nonostante il paesaggio, di per sé, non lo sia. La prima inquadratura è un MOVIMENTO AUTONOMO DELLA CAMERA, ovvero un movimento complesso privo di un pretesto: è un volo a filo d'acqua. Poi cominciano le CARRELLATE AEREE che seguono l'auto ma che si mantengono in CAMPO LUNGHISSIMO, senza mai avvicinarsi, come se spiassero da lontano. In una ripresa l'elicottero sfiora la strada e "lascia" l'auto, di nuovo con un movimento autonomo. Queste riprese comunicano l'impressione che esista una entità superiore, non benigna a giudicare dalla musica, che "sorveglia" l'arrivo del protagonista.


In "Shining" come nella gran parte dei film le DISSOLVENZE INCROCIATE sono utilizzate sia per segnalare che è passato del tempo, sia per mostrare cosa sta accadendo "intanto" in un altro luogo. L'inserimento della scena della moglie e del figlio permette a quella del colloquio tra il manager e il marito di "tagliare" il tempo di attesa per l'arrivo dell'assistente. Le dissolvenze incrociate aiutano il pubblico a intuire che la scena di Wendy e Danny e quella di JAck si svolgono contemporaneamente. Il lento ZOOM IN sull'edificio è un classico ESTABLISHING SHOT che serve a segnalare l'ambiente dove si svolgerà la scena successiva. Piccolo errore di continuità: il panino del bambino nell'ultima inquadratura a lui dedicata è molto più "mangiato" delle inquadrature precedenti.


In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining" ("The Shining", r. di Stanley Kubrick, 1980, USA, UK) Danny "vede" una stanza che si colma di sangue. Al fine di drammatizzare ulteriormente la visione, l'inquadratura è inframezzata da due FLASH CUT (le gemelle e lo stesso Danny, ma in un altro ambiente, più oscuro). L'oscuramento della camera sommersa dal sangue, è utilizzato come pretesto per un PASSAGGIO A NERO. La VOCE OFF della psicologa che comincia a udirsi ancora sul nero consente una soffice transizione dal piano dell'immaginazione a quello del reale.



In CARRELLATA LATERALE tratta da "Shining"  il manager e il suo assistente mostrano a Jack e Wendy alcune caratteristiche dell'hotel. Kubrick amava far coesistere diverse TEMPERATURE COLORE nello stesso contesto. Il gruppo attraversa all'inizio e alla fine ambienti con dominante calda e in mezzo uno con dominante fredda (la luce viene dall'esterno). 



In questa scena di "Shining" uno ZOOM OUT parte dal PRIMO PIANO di Danny per inquadrare l'ambiente e la sua interazione con esso. Poi uno ZOOM IN A SCHIAFFO (ovvero che non permette di osservare le immagini intermedie tra inizio e arrivo) si ferma sul suo PRIMISSIMO PIANO per introdurre una SOGGETTIVA. Questo movimento è molto efficace, in generale, quando si vuol trasmettere l'idea di una emozione forte e improvvisa, anche se l'espressione dell'attore non muta.



In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining" Wendy è invitata dal manager a visitare le cucine accompagnata dal cuoco. Il RACCORDO è di CONTINUITA', dato che una scena si presenta come conseguenza logica della precedente e ciò è rafforzato dal taglio tra il gruppo che si allontana di spalle e lo stesso che è ripreso di fronte ma in un latro ambiente. Una DISSOLVENZA INCROCIATA copre il raccordo. Non sarebbe necessaria, ma in questo film Kubrick ha scelto di coprire quasi tutti i raccordi con dissolvenze, col risultato di rafforzare il tono lento, ma inesorabile del racconto.



In questa scena tratta da "Shining"  il cuoco mostra il congelatore a Wendy e al figlio. E' da notare che subito dopo l'ATTACCO SUL MOVIMENTO, parte da subito una lentissima CARRELLATA AVANTI (senza pretesto). Più che mettere in evidenza personaggi che lo sono già per essere perfettamente centrati da una serie di linee prospettiche, il movimento ha la funzione di suscitare una leggera inquietudine, come se l'apertura della porta avesse "risvegliato" la stanza.




In questo brano di una scena tratta da "Shining"  il cuoco mostra a Wendy e Danny la ricchezza della dispensa dell'Hotel. Dopo un ATTACCO SUL MOVIMENTO la camera viene posizionata all'interno per seguire i personaggi in CARRELLATA LATERALE. Tra i personaggi e la camera vi sono degli ostacoli (gli scaffali). Complice il contesto, la musica, la vicinanza dell'ostacolo alla camera, questa intromissione comunica un certo senso di inquietudine, come se qualcuno osservasse nascosto. Si potrebbe dire che l'ipotesi è rafforzata dal fatto che Danny, prima che la camera lo faccia uscire di campo, guarda avanti a sè. Ma probabilmente si tratta di un errore del piccolo attore che non ha resistito alla tentazione di guardare nella direzione di Kubrick.

Una complessa gestione del SUONO serve a indicare in questa scena di "Shining" ("The Shining", r. di Stanley Kubrick, 1980, USA, UK) che il bambino e il cuoco comunicano telepaticamente. Alla voce del cuoco, resa spazialmente più lontana, viene progressivamente abbassato il livello. Questa misura, insieme al lento ZOOM IN su Danny, danno a intendere che il bambino si sta astraendo dalle parole pronunciate dal cuoco e si appresta a captare quelle "mentali", che si sentono chiare, anche se filtrate da una sorta di eco. Il passaggio al PRIMISSIMO PIANO di Danny, insieme alla forte sottolineatura musicale, indicano come ciò abbia profondamente colpito il bambino (pur non mutando la sua espressione facciale).


In "Shining" la narrazione è divisa in 8 MACROSEQUENZE che descrivono segmenti temporali sempre più ravvicinati (un mese, una settimana, un giorno...) a mano a mano che ci si avvicina alla tragedia. La loro scansione è sottolineata da cartelli esplicativi, seguiti da TOTALI dell'Hotel che fungono da LEIT MOTIV. Il binomio cartello/leit motiv è sottolineato da passaggi sonori sempre più forti.



In questa sequenza tratta da "Shining" Danny sta esplorando i corridoi dell'hotel. Le CARRELLATE A SEGUIRE, mai alternate a controcampi, hanno la funzione di far lievitare la tensione: ci si aspetta che dietro ad un qualche angolo il bambino possa avere un incontro spiacevole. Ma non accade. Questo fa sì che il pubblico si "rilassi" e dunque sia colpito più duramente quando all'improvviso, in una successiva sequenza, lo spiacevole incontro avrà luogo.



In questo spezzone di scena tratto da "Shining"  il regista, che non ama particolarmente frammentare la narrazione in più inquadrature, "risparmia" utilizzandone una sola, costituita da uno ZOOM OUT che segnala da subito che la scena "parlerà" di Jack e uno ZOOM IN che ne sottolinea le espressioni e il tono (che devono fare intendere quanto gli cominci a risultare insopportabile La moglie). La gestione dell'immagine di Jack attraverso lo SPECCHIO consente di seguire lo spostamento di Wendy, sempre "intorno" al marito, senza che Jack perda la centralità COMPOSITIVA.


In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining" Jack sta spiegando a Wendy quanto lui si trovi bene in quel luogo e come gli pare di esserci sempre stato e di conoscerne ogni angolo. La scena si RACCORDA con l'inquadratura del foglio bianco inserito nella macchina da scrivere, simbolo della frustrazione di Jack, creando un CONTRASTO con le sue precedenti affermazioni. Per sottolineare che qualcosa non funziona in ciò che ha detto, il RACCORDO (coperto da una DISSOLVENZA INCROCIATA, come è tipico del film) è sottolineato dal SUONO della palla che batte sul muro. Questi colpi accompagnano lo ZOOM OUT in maniera ritmica e forte, per suggerire la natura ossessiva e violenta del turbamento di Jack.


In questa scena di "Shining"  madre e figlio esplorano il labirinto. L'utilizzo della STEADYCAM rende agevole il compito (il ghiaino e lo stretto corridoio avrebbero reso difficile all'epoca l'utilizzo di altri mezzi). Le CARRELLATE A SEGUIRE E A PRECEDERE permettono al pubblico di familiarizzare con un ambiente che sarà cruciale verso il finale. L'utilizzo di un OBIETTIVO di corta focale esalta i margini "sfuggenti" sottolineando l'altezza e l'impenetrabilità del labirinto.



Anche in questi tre spezzoni di sequenza tratti da "Shining"  si può notare la predilezione di Stanley Kubrick per le fonti di ILLUMINAZIONE in campo. Si noti che quando Jack arriva in anticamera questa è illuminata da due ampie plafoniere e la stanza in cui entra da tre. Nel mondo reale è ovvio che si tratterebbe di una illuminazione eccessiva, ma appare comunque verosimile (in breve: nessuno ci fa caso) ed assicura la quantità di luce necessaria alla ripresa cinematografica. Anche il corridoio nel quale Danny corre sul suo triciclo usa lo stesso stratagemma è illuminato da una quantità sovrabbondante di lampade. Le pareti bianche (quindi molto riflettenti) aiutano a diffondere la luce in tutti e due i casi. Tra le altre cose, le fonti di luce in campo consentono a Kubrick di poter utilizzare obiettivi ad ampio angolo di campo e di inquadrare i soffitti (al posto dei quali spesso si posizionano gli illuminatori "nascosti"), in modo da restituire una oppressiva sensazione di chiusura spaziale.


Queste due scene di "Shining" sono legate da un RACCORDO che pare suggerire che Jack stia "vedendo" la moglie e il figlio mentre giocano. I due sono "padroni" dello spazio esterno (che poi garantirà loro la salvezza), della "natura", mentre Jack è asservito alla casa, la "struttura sociale". Un lento ZOOM IN sul PRIMISSIMO PIANO ne suggerisce, non solo le intenzioni malvagie, ma anche la sua staticità, contrapposta alla vivacità dei suoi familiari.



In questa scena di "Shining" l'autore gioca, per sorprendere, sul fatto che precedentemente il pubblico aveva già visto una sequenza in carrellata a seguire sul bambino senza che accadesse o si vedesse nulla di inquietante. La sorpresa è accresciuta dal forte intervento MUSICALE (una sorta di gong prolungato). La DISPOSIZIONE ACCENTRATA (le bambine sono al centro della convergenza delle linee prospettiche) e la conformazione della SCENOGRAFIA (a differenza degli altri corridoi che Danny aveva percorso, questo è più angusto e meno ILLUMINATO) comunicano una impressione di "trappola". Il COLORE bianco dei COSTUMI delle bambine serve a risaltare per contrasto gli stessi vestiti macchiati di sangue. Il progressivo avvicinamento della DISTANZA APPARENTE (dal CAMPO LUNGO, al CAMPO MEDIO, alla FIGURA INTERA al PIANO AMERICANO) è intervallato, oltre che dal CONTROCAMPO di Danny, dai FLASH CUT dei corpi straziati delle stesse bambine. Il filtro (una sorta di riverbero) introdotto sulla VOCE delle bambine suggerisce che si tratta di presenze ultraterrene.


In questa scena di "Shining"  l'autore fa un interessante utilizzo COMPOSITIVO della risorsa dello specchio (lo stesso utilizzato in una scena iniziale per mostrare Wendy che portava la colazione al marito). Danny entra in camera e una PANORAMICA A SCHIAFFO sostituisce uno stacco per SOGGETTIVA. Jack è già fuori di sé, ma non ancora con propositi omicidi e Danny non ha ancora "sentito" che il padre costituisce un pericolo. Il pubblico però deve sentirlo. Così l'inquadratura successiva vede il bambino "circondato" dal padre: quello reale e il suo "doppio" specchiato. La disposizione si risolve solo quando il padre, nella seguente inquadratura, "circonda" fisicamente il figlio, apparentemente per rassicurarlo, in realtà per cercarne l'alleanza contro la madre.


In questo spezzone tratto da "Shining" , un lento ZOOM IN drammatizza l'incubo che sta vivendo Jack. Sentendo il grido (acutizzato dalla sottolineatura MUSICALE) Wendy corre ripresa da una CARRELLATA A SEGUIRE realizzata con una STEADYCAM. L'utilizzo di questo supporto permette di accompagnarla in maniera fluida, senza quei sommovimenti tipici della CAMERA A MANO che avrebbero reso eccessivamente concitata la sua corsa e con una agilità non possibile con un DOLLY.



In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining" Jack "vede" ciò che desidera, un barman al suo servizio che gli serve alcolici. Da notare che prima che prima di visualizzare il barman, la camera sosta a lungo sul MEZZO BUSTO di Jack, il che contribuisce alla sorpresa da parte del pubblico di vedere davvero qualcuno. Inoltre Jack GUARDA IN CAMERA, ovvero verso il pubblico, come se questo fosse chiamato a vedere con i suoi occhi. L'ILLUMINAZIONE contribuisce al particolare tono della scena. Come è nello stile di Kubrick, le fonti sono in campo. La luce proveniente dal bancone, quindi dal basso, crea zone d'ombra innaturali (quindi inquietanti) sui volti dei due personaggi, anche se l'effetto "espressionista" è attenuato dall'illuminazione diffusa presente sul soffitto. 


L'ARREDAMENTO della camera del cuoco in "Shining"  è molto significativa. Due ZOOM OUT scoprono i due lati della stanza. Il desiderio kubrickiano di avere le fonti di ILLUMINAZIONE in campo, insieme all'attrazione per la simmetria, lo portano, poco realisticamente, a collocare ben quattro paralumi ai quattro angoli. Il dato significativo però sono i quadri alle pareti. Essi rimandano alla sua "negritudine". Il cuoco è un "nemico" dei "fantasmi del passato" dell'hotel. Grady, l'antico custode, lo apostrofa con le parole, pronunciate come insulti, di "cuoco, nero". L'unica persona che lo aiuterà, facendogli trovare un gatto delle nevi, sarà un altro nero (nella versione statunitense). I poster sottolineano dunque la sua orgogliosa appartenenza "etnica". Che non può essere ben vista dagli abitanti invisibili dell'Hotel, rappresentanti del vecchio ordine bianco.


In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining" Jack sta entrando nella stanza 237. La sua esplorazione è resa da una SOGGETTIVA il cui soggetto è chiarito solo "dopo", quando il montaggio taglia sul MEZZO PRIMO PIANO di Jack. La ripresa è realizzata con una STEADYCAM il cui movimento è troppo fluido per assomigliare a quello dello sguardo di uno che cammina guardandosi in giro. Ma è questa lenta fluidità che conferisce alla soggettiva, anche grazie al forte sostegno della MUSICA, un che di irreale e inquietante.



In questo spezzone di sequenza tratto da "Shining"  il precedente custode, Grady, sta spiegando al nuovo, Jack, che lui ha punito sua moglie per averlo ostacolato. Jack lo guarda positivamente colpito. Il RACCORDO che lega il PRIMO PIANO di Jack al PIANO AMERICANO della moglie (coperto da una DISSOLVENZA INCROCIATA, come è tipico del film) ha una chiara natura ASSOCIATIVA: lui sta pensando di assumere lo stesso atteggiamento con Wendy.

La scena del bagno del ristorante di "Shining" segna un’importante svolta nel racconto. Jack dice al vecchio custode Grady di averlo riconosciuto: è lo stesso che ha ucciso la moglie e le due figlie, prima di

spararsi. Grady sembra non ricordare. È qui che si inseriscono le due inquadrature montate in CAMPO/CONTROCAMPO violando la REGOLA DEI 180°, mute, prolungate: è il momento in cui i due si riconoscono, i fantasmi del male affidano a Jack un compito e lui lo accetta. La circostanza è sottolineata da un attacco disturbante, ma che suggerisce l’intercambiabilità, la vicinanza, la simmetria tra i due custodi. Si notino nella SCENOGRAFIA la scelta del COLORE rosso, che richiama nel film il sangue, la violenza, e l'ILLUMINAZIONE che, com'è tipico di Kubrick, è assicurata da luci in campo.


In questo spezzone di scena tratta da "Shining" l'autore utilizza angolazioni quasi SUPINE (su Wendy) e A PIOMBO (sui fogli). L'angolazione di ripresa su Wendy è funzionale a visualizzare pienamente il viso mentre si accorge della follia del marito. Inoltre comunica inconsciamente l'idea che stia guardando per la prima volta dentro un pozzo oscuro (si veda come il suo volto emerge dal rullo della macchina da scrivere, come sull'orlo di un pozzo). La progressione del livello sonoro, del RITMO e della complessità dell'intervento MUSICALE, serve a rendere il crescente sconcerto della donna. Il suo carattere SOGGETTIVO è dimostrato dal fatto che esso decresce quando la camera si allontana da lei.


In questa scena tratta da "Shining" Jack si scontra con Wendy. Il confronto è reso attraverso una CARRELLATA A PRECEDERE su Jack ed una A SEGUIRE (ma con personaggio frontale, dato che indietreggia) su Wendy. Gli attacchi sono sostanzialmente in CAMPO/CONTROCAMPO in modo da visualizzare appieno le espressioni dei personaggi. La distanza apparente più vicina è riservata a Jack ed anche il maggior tempo di visualizzazione, dato che deve apparire come il più forte, quindi il più minaccioso, e le risorse che la moglie saprà mettere in campo devono costituire una sorpresa anche per il pubblico, oltre che per Jack. Il totale investimento visivo sul "dialogo" tra i due (non vi sono piani angolati o dettagli distraenti) è possibile solo in presenza di una "certezza" sulle capacità tecniche di RECITAZIONE degli attori.


In questa scena di "Shining"  l'autore gioca sulla aspettativa suscitata dal consueto utilizzo della CARRELLATA A SEGUIRE: se non è alternata al controcampo essa finisce per creare l'impressione nel pubblico che il personaggio è seguito da qualcuno, magari con cattive intenzioni. Dunque lo spettatore si aspetta che Jack aggredisca il cuoco da dietro. E invece, nascosto dietro una colonna, appare davanti, sorprendendo il pubblico.



In questa scena di "Shining" il padre insegue Danny nel labirinto. All'epoca senza l'utilizzo della STEADYCAM non si sarebbe potuta riprendere una tale CARRELLATA A SEGUIRE perché la presenza della neve (ma anche i passaggi troppo angusti) avrebbe reso impossibile l'uso del Dolly, e la camera a mano avrebbe dato risultati troppo confusi. In questo modo, invece, l'utilizzo di un OBIETTIVO di corta focale (che dà l'impressione che i margini, quindi la siepe, "corrano via" aumentando il senso di concitazione) unito alla fluidità della ripresa che permette di tenere perfettamente in campo Danny alla sua ALTEZZA (per condividerne emotivamente la condizione) danno vita ad una sequenza di grande efficacia.


La scena FINALE di "Shining"  è costituita da una lenta CARRELLATA AVANTI verso  una vecchia fotografia che ritrae Jack in compagnia degli ospiti "fantasmi" dell'Hotel. L'immagine dissolve in un ingrandimento della fotografia. La CODA, infine, ritaglia dalla fotografia il PRIMO PIANO di Jack e CARRELLA VERTICALMENTE fino a scoprire la scritta "Overlook Hotel, July 4th Ball, 1921". Il significato delle immagini è patente: Jack, rappresentazione del "padre padrone" che rivolge la sua frustrazione sociale contro mogli e figli, non può che essere "imbalsamato" in una fotografia di fantasmi del passato. Lì si trova senz'altro felice e soddisfatto.