L'ITALIA FASCISTA


Sintesi storica


Il fascismo è un fenomeno politico e sociale che è nato in Italia, ma è stato imitato anche in altri Paesi seppur con denominazioni diverse. Le sue caratteristiche sono:

- la volontà di prendere il potere per instaurare un governo totalitario;

- l'utilizzo della violenza come strumento di lotta politica anche prima di prendere il potere;

- l'individuazione di una personalità forte e carismatica alla quale si deve obbedienza cieca;

- l'attacco violento nei confronti di altre identità nazionali, etniche o religiose (razzismo);

- il progetto di espandere il territorio e il potere dell'identità che vuole rappresentare a danno di altre identità;

- opposizione apparente a certi aspetti del sistema capitalistico;

- sforzo di conquista e mobilitazione delle masse;

- totale avversione a sinistra, sindacati e in generale a organizzazioni sociali non controllate direttamente, anche religiose.

Il fascismo ha dominato in Italia dal 1922 al 1943 e dal 1943 al 1945 nell'Italia del Centro Nord. A questo movimento si è fortemente ispirato Hitler con il suo Partito Nazional Socialista ed altri partiti in Europa. In Italia piccoli partiti o movimenti che si ispirano al fascismo hanno continuato ad esistere anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, seppur vietati dalla legge.


1919

Il primo dopoguerra fu molto travagliato per la società italiana. I traumi della guerra non furono subito superati. Migliaia di persone si ritrovarono disoccupate, sbandate. I salari degli operai e dei contadini erano molto bassi. Tra il 1919 e il 1920 vi fu un'ondata di proteste e di scioperi che puntavano a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e che venne chiamata biennio rosso. Questo periodo spaventò molto le classi possidenti (industriali ed agrari) per la forza dimostrata dai lavoratori. Del resto però i dirigenti dei partiti politici di sinistra (Partito Socialista) e dei sindacati, molto radicati tra i lavoratori, non furono in grado di dirigere questa spinta verso un vero cambiamento politico. Lo stato e il governo rimanevano saldamente nelle mani dei partiti delle classi più abbienti. Lo scontento dunque era alto, in tutte le classi sociali. 

Nel 1919 Benito Mussolini fondò i Fasci italiani di Combattimento (che poi diventò il Partito Nazionale Fascista), un gruppo politico che cercava di fondere insieme nazionalismo estremo e posizioni anticapitalistiche (riassunte nel programma di San Sepolcro, la piazza milanese che ospitò la riunione).

Qui sotto due spezzoni di film. Il primo è una scena tratta da Novecento (r. di Bernardo Bertolucci, 1976) dove si racconta di uno sciopero attuato dai braccianti per essere stati mandati via dagli agrari prima della fine del contratto. Nella scena si vede la forza dei lavoratori e anche la rabbia degli agrari per non riuscire a piegarli e dunque la loro buona disposizione a finanziare il fascismo. La seconda è l'inizio de La marcia su Roma (r. di Dino Risi, 1962) dove si mostra uno sbandato che ingenuamente si fa irretire da un capo fascista. 



1922

Negli anni seguenti il fascismo venne sempre più finanziato da industriali ed agrari. Le squadre fasciste assaltano sedi di partiti di sinistra, di sindacati e di leghe contadine devastando e uccidendo senza che le forze dell'ordine intervenissero (squadrismo). Diventati sempre più forti, i fascisti decisero di organizzare una marcia da Milano a Roma in modo da spingere il re a dare l'incarico di formare il governo a Benito Mussolini, nonostante il suo partito fosse di minoranza (Marcia su Roma). Sia il re che i liberali cedettero pensando di poter utilizzare il fascismo contro i lavoratori, per poi liberarsene facilmente. Qui sotto altri spezzoni tratti da La marcia su Roma. Nel primo si vede come i due ingenui protagonisti, dopo aver aderito al fascismo pensando che difendesse i lavoratori, si ritrovano nel ruolo dei crumiri durante uno sciopero degli spazzini. In altri due spezzoni si mostra come l'esercito con grande facilità avrebbe potuto fermare la marcia, se ci fosse stata la volontà politica di farlo. Uno dei due protagonisti ha sempre con sè il programma di San Sepolcro dove segnala i punti che in realtà non vengono rispettati nei fatti.





1924

Una volta ottenuto il governo e dunque il controllo su forza pubblica ed esercito il fascismo ne approfittò per aumentare le azioni repressive. Così le elezioni del 1924 furono segnate da brogli, violenze e intimidazioni di ogni genere. Con questi metodi la lista del partito fascista ottenne una maggioranza parlamentare. Un deputato socialista, Giacomo Matteotti, pronunciò un coraggioso discorso nel nuovo parlamento controllato dai fascisti. La scena iniziale del film Il delitto Matteotti (r. di Florestano Vancini, 1973) riproduce esattamente quel discorso e le pressioni subite dall'oratore. Il deputato venne rapito e poi assassinato da una squadra di sicari fascisti. L'incapacità delle opposizioni di reagire con forza favorì un'ulteriore svolta autoritaria. Mussolini potè permettersi in Parlamento di assumersi la responsabilità politica della morte di Matteotti. La dittatura fascista era cominciata. Nel 1926 con le cosiddette leggi fascistissime venne data una cornice legale all'abolizione di tutti i partiti a parte quello fascista. Era la fine della libertà di stampa, parola, riunione.



Il Ventennio

Ebbe così inizio il ventennio della dittatura fascista. Che in realtà si trasformò presto in un sistema totalitario dove le masse erano convinte o obbligate a mostrare la propria adesione al fascismo. Il film Una giornata particolare (r. di Ettore Scola, 1977) mostra il rapporto che si stabilisce tra una casalinga e un oppositore del fascismo che sta per essere arrestato durante la visita di Hitler a Roma. Nel film si affronta l'ideologia del fascismo, cui tutti erano tenuti ad obbedire, ad esempio:

- la soggezione della donna, relegata a compiti domestici e obbediente al marito;

- l'uomo per essere considerato virile deve essere predatore, dominatore, prevaricatore;

- l'esaltazione del militarismo;

- la patria come nazione di combattenti in guerra contro altre nazioni.

Non era solo teoria: il fascismo promosse la conquista dell'Etiopia (1936) e dell'Albania (1939), le leggi razziali fasciste (1938), ecc.

L'incipit del film è un lungo piano sequenza. Il regista racconta come è stato realizzato: "Quel movimento è la combinazione di un dolly, un ascensore, un carrello e uno zoom. La macchina da presa parte dal cortile vero di un palazzo di viale XXI Aprile e si solleva con un ascensore esterno; poi c'è un fermo di macchina. In teatro di posa, l'inquadratura riparte dall'esterno ricostruito dell'appartamento, il carrello va avanti fino alla finestra, il davanzale si apre per lasciar passare la macchina da presa, che entra nell'appartamento e segue la Loren che gira per tutte le stanze, a svegliare il marito e i figli. L'idea era di unire l'esterno a un interno casalingo, pedinare la donna nei suoi gesti quotidiani, la sua vita familiare modesta mentre a Roma si celebrava l'Evento, il grande giorno." 


1943

Dopo i successi di Hitler nell'Europa dell'Est, il suo alleato Mussolini non voleva rimanere indietro. Promosse dunque l'invasione della Grecia nel 1940, ma senza che l'esercito fosse davvero preparato per l'impresa. La guerra fu dunque da subito un disastro e gli italiani dovettero indietreggiare fin dentro l'Albania. La Germania dovette intervenire per sorreggere l'alleato. L'Italia mandò anche un corpo di spedizione in Russia sostenendo l'invasione tedesca di quel Paese. Dal 1942 le vicende militari non furono più così favorevoli alle potenze dell'Asse (l'alleanza Germania-Italia-Giappone). Gli Alleati cominciarono a bombardare pesantemente l'Italia e infine sbarcarono in Sicilia. Lo scontento popolare cresceva in tutta la penisola. Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo (il massimo organo dirigente dell'Italia) impose le dimissioni di Mussolini che venne in seguito arrestato. Capo del governo divenne il generale Pietro Badoglio. Questi all'inizio ribadì la propria fedeltà alla Germania, poi, d'accordo col re, avviò una trattativa segreta con gli Alleati che si concluse con la firma di un Armistizio. L'Armistizio venne tenuto segreto sino alla fuga di Badoglio e del re. Solo quando si trovarono al sicuro fu reso pubblico, l'8 settembre, ma senza che venisse data alcuna indicazione ai soldati italiani che furono colti totalmente alla sprovvista. I tedeschi, che erano già in Italia, ne approfittarono e pretesero la resa immediata dei soldati italiani. Quelli che resistettero vennero uccisi. La gran parte venne deportata. Altri si nascosero e altri ancora avrebbero poi raggiunto la Resistenza. I tedeschi liberarono poi Mussolini e lo misero a capo di una repubblica fantoccio, la Repubblica Sociale Italiana (detta anche di Salò) che aveva formale giurisdizione solo sulla parte dell'Italia non occupata dagli Alleati e non annessa al Reich germanico. Gli occupanti tedeschi e i fascisti che aderirono alla RSI (chiamati "repubblichini") diedero vita ad uno dei più feroci regimi che l'Italia avesse mai conosciuto. Per questo molti italiani formarono bande partigiane che combattevano sia l'occupante tedesco che i loro aiutanti fascisti. Questo movimento venne chiamato Resistenza. Il primo episodio importante della Resistenza fu la rivolta di Napoli nel 1943: in quattro giorni i napoletani imposero la fuga ai tedeschi prima dell'arrivo degli Alleati. Napoli fu la prima città europea a ribellarsi alle potenze dell'Asse. 

Il film Tutti a casa (r. di Luigi Comencini, 1960) parte proprio dall'8 settembre e descrive la progressiva presa di coscienza di un ufficiale italiano fino alla sua partecipazione alle quattro giornate di Napoli.



Il cinema sotto il fascismo


L'argomento è affrontato in questa pagina del sito.



Cittadinanza e Costituzione


I sistemi moderni di governo possono essere riassunti in quattro categorie:

democrazia: sono assicurate libere elezioni in presenza di pluralità di fonti di informazione;

- democrazia autoritaria: vi sono elezioni, ma le opposizioni sono intimidite (arresti, ecc.) e le forze di governo dispongono della gran parte delle fonti di informazione;

- dittatura: non vi sono elezioni, le forze di governo mantengono il potere grazie alla dissuasione poliziesca e militare;

- totalitarismo: oltre alla dittatura le forze di governo pretendono una adesione attiva delle masse all'ideologia del potere.

Questa classificazione non indica una scala di potere di cui i cittadini dispongono. Anche in una democrazia la popolazione può sentire di non contare nulla nei processi istituzionali. La classificazione proposta indica esclusivamente il grado di libertà di cui dispone l'opposizione politica (alto nella democrazia e sempre più basso andando verso il totalitarismo). 


Il fascismo in Italia è illegale, come sancito dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione:

«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.»

L'art. 4 della legge Scelba (1952) attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione definisce come reato anche l'apologia di fascismo. Si ritiene cioè che si debba ritenere ricostruzione del partito fascista:

«quando un'associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.»

La ragione per cui i Costituenti hanno ritenuto di vietare la ricostituzione del partito fascista sono essenzialmente due:

1. storicamente in Italia il fascismo ha approfittato delle libertà del sistema democratico per imporre una dittatura e leggi razziali che discriminavano parte degli italiani;

2. perché si è reso storicamente corresponsabile del più grave e sanguinario evento bellico della storia dell'umanità: la seconda guerra mondiale.