Il genere EPICO


La crisi degli anni Cinquanta spinse Hollywood a potenziare la spettacolarità per vincere la concorrenza della TV, utilizzando le star più famose, scenografie e costumi sfarzosi. Gran parte di questi film attraevano il pubblico, ma richiedevano enormi investimenti. Le tematiche bicliche si prestavano particolarmente: avevano avuto successo nelle mani di Cecil DeMille negli anni Venti e Trenta. Lo stesso regista le ripropose venti anni dopo con "Sansone e Dalila" ("Samson and Delilah") che si rivelò il maggiore incasso del 1949. Altri successi, che esploravano la storia e le leggende del mondo antico greco-romano, diedero il via ad un vero e proprio genere particolarmente adatto a differenziarsi dall'offerta televisiva: il genere epico (chiamato anche peplum; ing. epic film o sword and sandal). I nuovi schermi panoramici erano adatti alle caratteristiche del genere: masse di comparse, grandi battaglie e set giganteschi. Ben presto il genere esplorò praticamente ogni periodo storico anche fuori dai confini biblici.

"Sansone e Dalila" ("Samson and Delilah", r. di Cecil DeMille, 1949).

"Quo Vadis?" (r. di Mervyn LeRoy, 1951).


"Cleopatra" (r. di Joseph Mankiewicz, 1963).

"Ben-Hur" (r. di William Wyler, 1959).



Il PEPLUM ALL'ITALIANA

Il successo dei kolossal statunitensi ispirò anche i produttori e gli autori italiani che inaugurarono un sottogenere, il peplum all'italiana, molto più povero dal punto di vista del budget, ma che compensava con fantasia e particolari caratteristiche la mancanza di mezzi: ritmi elevati, eroi dai muscoli possenti e assai poco vestiti (che interpretavano Ercole, maciste, Ursus, Sansone...), scene di distruzione. Si sviluppò tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta.

"Le fatiche di Ercole" (r. di Pietro Francisci, 1958, IT-SP).

"Arrivano i titani" (r. di Duccio Tessari, 1962, IT-FR).



DAGLI ANNI DUEMILA

"Il gladiatore" ("Gladiator", r. di Ridley Scott, 2000, UK-USA) ebbe un enorme successo di pubblico. Ciò stimolò la produzione di altri film di genere epico, e poi di serie televisive, ma non in un numero sufficiente da costituire un rilancio del genere. Vi si trovano comunque gli stessi ingredienti del genere epico, ma con un surplus di visualizzazione della violenza: scontri e battaglie all'arma bianca, grandi passioni, intrighi dei potenti. Il centro d'attenzione si è spostato dall'Antica Roma a quello dei cosiddetti barbari. 

"Il gladiatore" ("Gladiator", r. di Ridley Scott, 2000, UK-USA).

"Pompei" ("Pompeii", r. di Paul Anderson, 2014, DE-UK-CA).


"Roma" ("Rome", creato da John Milius, William MacDonald, Bruno Heller, 2005-2007, USA-UK-IT).

"Spartacus" (creato da Sam Raimi, Steven DeKnight, 2010-2013, USA-AU-NZ).


"Vikings" (creata da Michael Hirst, 2013-2021, IE-CA).

"Barbari" ("Barbaren", creata da Arne Nolting, Jan Martin Scharf, Andreas Heckmann, 2020, DE).