IL LINGUAGGIO AUDIOVISIVO


Il linguaggio audiovisivo è in realtà un macrolinguaggio, risultante della fusione di più linguaggi costitutivi.  Le opere realizzate con il linguaggio audiovisivo hanno bisogno dell'apporto separato e convergente delle specifiche varianti di altri linguaggi. Ognuno di essi è a sua volta una versione particolare di linguaggi più generali, preesistenti a quello audiovisivo. Si tratta di linguaggi (con proprie autonome tradizioni, evoluzioni e regole) che, integrati nel più complesso linguaggio audiovisivo, si adattano e si trasformano dando vita a varianti linguistiche.


IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO


In questa scena di "Effetto notte" ("La nuit américaine", r. di François Truffaut, 1973, FR, IT) viene visualizzata la pratica dei giornalieri, quando parte della troupe si ritrovava il giorno dopo le riprese per commentarle, una volta che erano state stampate.


In questa scena di "RKO 281 - La vera storia di Quarto potere" ("RKO 281", r. di Benjamin Ross, 1999, USA, UK) viene ricostruita, anche se in modo un po' fantasioso, la realizzazione di un passaggio fondamentale di Quarto potere (1941), in cui il regista Welles e il direttore della fotografia Greg Toland effettuarono angolazioni  dal basso. 



IL LINGUAGGIO DELL'ILLUMINAZIONE


In questa scena di "Cantando sotto la pioggia" ("Singin' in the Rain", r. di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952, USA) i due protagonisti entrano in un tearo di posa  azionando l'abbondante parco di illuminatori tipico della vecchia Hollywood.


"L'ombra del vampiro" ("Shadow of the Vampire", r. di Elias Merhige, 2000, USA, UK, LU) descrive in maniera fantasiosa il making di "Nosferatu il vampiro" del 1922. Nella sequenza di inizio viene ricostruita le modalità di ripresa e illuminazione tipiche degli anni Venti.



IL LINGUAGGIO DELL'AMBIENTAZIONE (scenografia)


In questa sequenza di "Viale del tramonto" ("Sunset Boulevard", r. di Billy Wilder, 1950, USA) Norma Desmond, una ex diva del muto, si illude di poter di nuovo entrare nel mondo del cinema. Assiste così alle riprese in un tipico allestimento di un teatro di posa di uno Studios hollywoodiano. Da notare che gli studios ospitavano anche le stanze di lavoro degli sceneggiatori.


La scenografia di questa scena di "Cantando sotto la pioggia" ("Singin' in the Rain", r. di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952, USA) è costruita con una prospettiva forzata: la pedata e l'alzata dei gradini hanno una dimensione sempre più ridotta verso il fondo per dare l'illusione della prospettiva e assicurare una forte profondità di immagine..


In questa scena di "Effetto notte" ("La nuit américaine", r. di François Truffaut, 1973, FR, IT) è visibile il carattere fittizio dell'allestimento scenografico. 


In questa clip sono stati montati tre spezzoni tratti da "Mezzogiorno e mezzo di fuoco" ("Blazing Saddles", r. di Mel Brooks, 1974, USA) in cui si vede l'allestimento scenografico tipico di un western. La storia ha un tono comico-demenziale: gli abitanti di un villaggio ne costruiscono uno finto per ingannare i banditi e assalirli di sorpresa. La camera però, a un certo punto, si stacca dall'"azione" e panoramica verso... dei teatri di posa cinematografici veri.


In questa scena de "Il giorno della locusta" ("The Day of the Locust", r. di John Schlesinger, 1975, USA), ambientato nella Hollywood degli anni Trenta, crolla l'intero allestimento scenografico di un film in costume all'interno di un teatro di posa.



IL LINGUAGGIO DELLA CARATTERIZZAZIONE (costume e make-up)


"Mephisto" (r. di István Szabó, 1981, HU) narra di un attore che durante il nazismo "vende la sua anima" ai gerarchi, in cambio di riconoscimenti e successo. A teatro, però, questa sua viltà non si coglie affatto nella forza con cui, protetto dal costume e dal make-up di scena, interpreta la parte di Mephisto, cioè quella del diavolo tentatore di Faust. 



IL LINGUAGGIO DEL CORPO (l'attore)


In questa scena di "Effetto notte" ("La nuit américaine", r. di François Truffaut, 1973, FR, IT) l'attrice interpretata da Valentina Cortese non riesce a recitare la sua parte e obbliga la troupe a diversi ciak.



IL LINGUAGGIO DEL MONTAGGIO


Usando una tipica moviola verticale statunitense il protagonista di "Blow Out" (r. di Brian De Palma, 1981, USA) "mette a sincro" la pellicola con il suono registrato sul nastro magnetico per individuare da dove è partito il colpo d'arma da fuoco che ha colpito l'auto in transito.



IL LINGUAGGIO DEL SUONO


In questa scena di "Cantando sotto la pioggia" ("Singin' in the Rain", r. di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952, USA) si ripercorrono scherzosamente le problematiche tecniche dei primi anni del sonoro. Gli attori non erano abituati alla ripresa sonora e le macchine da presa erano molto rumorose e dunque operavano all'interno di cabine insonorizzate.


In questa scena di "Effetto notte" ("La nuit américaine", r. di François Truffaut, 1973, FR, IT) si mostra una tipica ripresa di rumori per il cinema. 


Il protagonista di "Blow Out" (r. di Brian De Palma, 1981, USA) riprende con un microfono "fucile", registrando col suo Nagra, una serie di suoni d'ambiente. In questo modo registra però inavvertitamente anche i suoni di un incidente che si rivelerà essere, in realtà, un attentato. 



IL LINGUAGGIO DELLA MUSICA


In questa scena di "Cantando sotto la pioggia" ("Singin' in the Rain", r. di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952, USA) si mostra come erano le sale cinematografiche di lusso alla fine degli anni Venti, alla vigilia dell'invenzione del sonoro: una intera orchestra suonava dal vivo la musica appositamente scritta per film.



IL LINGUAGGIO DELLA GRAFICA


I titoli di testa di "Cantando sotto la pioggia" ("Singin' in the Rain", r. di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952, USA) sono preceduti dall'apparizione dei tre personaggi principali, presentati con un intervento grafico sui loro ombrelli. Da notare che la musica comincia con l'apparizione del logo della casa di produzione. 


"L'ombra del vampiro" ("Shadow of the Vampire", r. di Elias Merhige, 2000, USA, UK, LU) descrive in maniera fantasiosa il making di Nosferatu il vampiro del 1922. Sono presenti diversi intertitoli, anche se elaborati graficamente in maniera moderna.