LA CORAZZATA POTEMKIN


Analisi formale di alcune scene


Sul film "La corazzata Potëmkin" ("Bronenosets Potyomkin", r. di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, 1925, URSS), una guida per ritrovare al suo interno alcuni concetti chiave espressi nel sito e nel libro di testo.


L'INCIPIT lascia ad una annotazione ambientale il compito di anticipare metaforicamente i drammatici avvenimenti della narrazione.


Il medico di bordo afferma che la carne destinata ai marinai è perfettamente commestibile.  Uso di DETTAGLI e SOGGETTIVE. 


Le tavole della mensa ondeggiano creando un RITMO visivo. L'ufficiale le osserva pregustando l'umiliazione inflitta ai marinai, costretti a mangiare carne avariata. Quel movimento oscillante però anticipa la rivolta che avverrà, come il ticchettio di un conto alla rovescia. E il sorriso dell'ufficiale è significativo della sottovalutazione della rabbia dei marinai. Non a caso l'ultima inquadratura è riservata all'oscillazione della tavola, dopo che l'ufficiale è già uscito, come dire: ora vedrai quel che accadrà...

La rabbia di uno dei marinai che sono costretti dagli ufficiali a mangiare carne avariata viene espressa con una serie di inquadrature che sono apparentemente legate da ATTACCHI SUL MOVIMENTO, ma che in realtà sono così brevi da comunicare un'ira non più contenibile più che la semplice descrizione del gesto.


Un MONTAGGIO di tre rapide inquadrature del trombettiere da tre diversi punti di vista, nell'assenza del sonoro, comunicano l'urgenza dell'adunata.


Il punto di vista scelto dall'autore per descrivere gli avvenimenti sulla nave è DALL'ALTO, CENTRALE. In questo modo è inquadrata la coperta e tutti gli attori in campo, ricoscibili dalla tonalità dell'uniforme (bianca quello dei marinai, scura quello degli ufficiali).  Il taglio comprende i due cannoni della nave, vera protagonista del film, che "sorveglia" la situazione, metafora della forza silente, ma potente quando viene espressa, degli oppressi. Da notare il gusto COMPOSITIVO geometrico dell'autore, anche quando mostra dal ponte la corsa dei fucilieri, stretta tra la linea orizzontale dei cannoni e lo sfondo dei marinai che assistono.

La prevalenza dell'angolazione DALL'ALTO è necessaria in una sequenza in cui più che i comportamenti dei singoli sono importanti quelli dei gruppi che si fronteggiano: il movimento dei copricapi (che visti dall'alto appaiono come tanti cerchi) è fondamentale per comprendere lo sviluppo degli avvenimenti. Il timido inizio della rivolta si scontra con la determinazione degli ufficiali: un piccolo gruppo di marinai si attarda a seguire i compagni più risoluti e viene isolato.


Gli ufficiali vogliono fucilare un gruppo di marinai per terrorizzare tutti gli altri. E questo fa scattare la rivolta sulla nave. Nell'assenza di suoni e musica che possano dettare il ritmo dell'attesa, l'autore utilizza inediti schemi di MONTAGGIO che gli consentono di creare un clima di sospensione.


La rivolta è scoppiata sulla nave. La COMPOSIZIONE di questa inquadratura contribuisce a restituire il clima di concitazione, partizionando in due l'immagine e muovendo le masse in direzioni opposte.


Vakulinčuk, il capo della rivolta sulla nave viene ferito da un ufficiale e cade su una gomena. I suoi compagni cercano di recuperarlo. La scena viene organizzata secondo linee COMPOSITIVE rigorose com'è costume dell'autore, si veda ad esempio l'inquadratura in cui i marinai si gettano in acqua disegnando una fila di direttive verticali parallele


La popolazione di Odessa scende da ogni via per andare a rendere omaggio alla salma del capo della rivolta Vakulinčuk. Il grande numero di manifestanti è reso da una serie di accorgimenti compositivi: i cortei di cittadini che camminano su diversi PIANI (di altezza e/o di profondità) creando correnti con versi opposti, le fila di persone la cui coda si perde in lontananza con un effetto moltiplicato dalla curvatura, il convergere di più flussi verso un punto di raccolta... 


Sulla scalinata di Odessa la popolazione è accalcata per salutare l'equipaggio ammutinato della Potëmkin. Le guardie dello zar intervengono provocando una strage avanzando dall'alto,  mentre i cosacchi più sotto colpiscono quelli che tentano di scappare. La Potëmkin interviene cannoneggiando palazzi governativi. Il MONTAGGIO di tre diverse statue di leone simboleggia il popolo che si alza e reagisce. La sequenza è un concentrato di soluzioni formali di grande impatto visivo. Da notare: molti PRIMI PIANI mostrano i diversi strati sociali che simpatizzano con la rivoluzione fortemente connotati per FISIONOMIA e COSTUMI, ma non vi è alcun piano ravvicinato dei soldati, che appaiono come una anonima macchina deputata alla violenza. Le OMBRE dei loro fucili incombono sul popolo inerme. Poi le CARRELLATE laterali e a precedere che accompagnano lo sguardo del pubblico lungo la scalinata. Le soluzioni NARRATIVE inventate per accrescere la drammaticità degli eventi: il bambino ferito raccolto dalla madre, la carrozzina che cade lungo le scale...

Il film è diviso in cinque ATTI. In quest'ultimo la nave ribelle deve attraversare la flotta zarista. Una domanda percorre l'equipaggio ammutinato: i marinai di quelle navi obbediranno all'ordine di impedirglielo? Per mantenere la sospensione l'autore ricorre a schemi di MONTAGGIO che alternano alle inquadrature dei marinai immobili che attendono, quelle di elementi in movimento della Potëmkin, conferendo così alla nave la vitalità simbolica della rivolta vittoriosa.