IL MAKE-UP


È poco probabile che all’epoca esistessero parrucche simil-punk, ma la scelta è stata particolarmente efficace per rendere il carattere del personaggio di Mozart in "Amadeus" (r. di Miloš Forman, 1984, USA).



In "Hair" (r. di Miloš Forman, USA, 1979) un giovane campagnolo in partenza per la guerra del Vietnam si imbatte a New York in un gruppo di hippies che lo aiutano a conquistare una ricca ereditiera. Il contrasto tra i contestatori e coloro che ancora sono dentro il "sistema" sul piano visuale è reso, oltre che dai costumi, anche dalla acconciatura.



In "Edward mani di forbice" ("Edward Scissorhands", r. di Tim Burton, 1990, USA) il trucco contribuisce in maniera determinante a costruire il protagonista, un essere umano artificiale non completato e che ha delle forbici al posto delle mani.



Il trucco pensato per Voldemort nella saga cinematografica di Harry Potter evita le pupille verticali del libro della Rowling: avrebbero calamitato tutta l’attenzione del pubblico. Avergli lasciato un volto più umano, consente a Ralph Fiennes, che lo interpreta, una mimica più evidente, adatta a rappresentare una personalità complessa come quella di Voldemort.



Il ginoide di "Metropolis" (di Fritz Lang, 1927, Germania) fu il primo robot cinematografico. L’armatura era direttamente “assemblata” sul corpo dell’attrice Brigitte Helm, ed era piuttosto scomoda. La scena a fianco richiese nove giorni di prove e di riprese. L’apparenza è metallica, ma il materiale con cui fu costruita era il “wood putty”, una sorta di pasta di legno, poi colorata con una vernice bronzo-oro. Il robot di Guerre Stellari, C-3PO, deriva chiaramente da quel modello, seppure in versione maschile. 



Il fauno ne "Il labirinto del fauno" ("El laberinto del fauno", r. di Guillermo Del Toro, 2006, Spagna) è reso attraverso un lungo lavoro di make up. Il regista chiese all'attore di interpretare il personaggio come se fosse una rock star, più "Mick Jagger che David Bowie".