COS'E' LA TV

di Serena Checcucci


Le tre finalità primarie del mezzo televisivo sono:

 

cultura/intrattenimento/informazione

Il palinsesto

Il termine palinsesto indica l'insieme delle trasmissioni programmate da una emittente per un certo periodo (un giorno, una settimana, un mese, un trimestre…). Solitamente il palinsensto indica l'ora di messa in onda, il titolo e il tipo di ogni singolo programma, più eventuali informazioni accessorie.

La parola palinsesto nel linguaggio dei filologi si riferisce al codice di pergamena su cui, raschiata la prima scrittura, si può scrivere un nuovo testo (dal greco palímpsestos che vuol dire "raschiato di nuovo"). La rinascita di questo nome risale ai primi anni della TV italiana. Un funzionario RAI, proveniente sicuramente da studi classici, mentre lavorava faticosamente alla collocazione oraria dei programmi della settimana, disse a un suo collega: «Sembra di lavorare a un palinsesto!», alludendo alle continue cancellazioni, aggiunte e correzioni che quella operazione comportava.

Non si sa se la scelta del termine fu dettata dal nervosismo o dall'ironia, ma sicuramente si rivelò azzeccata: la parola si diffuse dapprima nel gergo interno alla RAI, infine anche tra il pubblico, che pur continuava a ignorare le antiche pergamene raschiate, e divenne così parte del linguaggio comune. 

 

Il palinsesto è diventato col tempo un nodo strategico, frutto di sofisticate analisi. Deve essere in grado di adeguare la programmazione di ogni singola rete alle esigenze e ai ritmi dei diversi tipi di pubblico che la televisione, come mezzo di comunicazione di massa, raccoglie. Se lo scopo dei programmi è d'instaurare una relazione con i telespettatori, il palinsesto deve, invece, individuare e sfruttare le condizioni ottimali perché la relazione si realizzi, in modo da produrre un vantaggio per l'emittente. Il network lancia la sfida tramite il palinsesto, costruisce e dichiara la propria identità, progetta un pubblico e un ascolto, valorizza i programmi e le fasce orarie. Le logiche di costruzione del palinsesto rivelano il progetto comunicativo dell'emittente; in esso sono rintracciabile marche della identità e della tradizione della rete e il profilo del target a cui l'emittente si rivolge. Esso non è solo un puzzle, è anche la cornice che ne tiene insieme le singole tessere.

Le fasce orarie

 

 

La programmazione televisiva è strutturata in maniera differente a seconda dell’orario in cui il programma viene trasmesso: i programmi per i quali si sono spesi più soldi sono trasmessi in prima serata (picco d’ascolto) mentre nel pomeriggio si trasmettono programmi per bambini, ragazzi e persone che passano più tempo in casa (casalinghe), alle ore dei pasti solitamente ci sono i TG. 

La giornata televisiva è stata suddivisa in sette fasce orarie dedicate a target precisi:

• Antimeridiana (6-12): ipotizzata per coloro che restano in casa (casalinghe, anziani, bambini).

• Meridiana (12-14): il nucleo familiare si riunisce per pranzo.

• Pomeridiana (14-18): ancora per coloro che restano in casa (casalinghe, anziani, bambini).

• Preserale (18-21): ipotizzata per il “ritorno a casa” di tutta la famiglia.

• Serale o prime time (21-23,30): momento di massima fruizione, solitamente si pensa a un pubblico familiare, allargato. 

• Seconda serata (23-1): è dedicata a un pubblico più adulto.

• Terza serata (dall’1 in poi): fascia oraria dedicata agli adulti. Usualmente ci sono repliche o programmi “di nicchia”.

La trasmissione

Registrata-In diretta

On tape/live on tape Live on tape/live on air

On tape: programmi realizzati con materiale registrato e completati in postproduzione

Live on tape: tutto il programma è trasferito su supporto videomagnetico digitale al momento della realizzazione (completo in ogni parte) in attesa della messa in onda.(rivedi)

Live on air: il programma è messo in onda nello stesso momento in cui viene realizzato.

 


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Cos'è la TV: palinsesto, fasce orarie, produzione
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