SCIOPERO


Analisi formale di alcune scene

Sul film "Sciopero" ("Stačka", r. di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, 1924, URSS), una guida per ritrovare all'interno del film alcuni concetti chiave espressi in questo sito e nel libro di testo.


Nell'INCIPIT il giovane regista ha stipato tutta una serie di soluzioni innovative. Alcune di queste diverranno tipiche del suo stile, altre, un po' troppo ardite, verranno abbandonate. E' il caso dell'inquadratura che è allo stesso tempo RIBALTATA e in REVERSE e che mostra il caporeparto che spia gli operai mentre cospirano, il tutto ripreso filmando i loro riflessi in una pozzanghera.


In questo CAMPO/CONTROCAMPO tra la spia e gli operai vi è una puleggia che ruota veloce e che ostacola la visione all'uno e agli altri. Attraverso il montaggio il regista stabilisce tre dinamici piani di profondità.


In questa scena tratta il direttore di fabbrica, dopo aver ascoltato dei sorveglianti che gli riferiscono dell'agitazione operaia, chiama il capo del consiglio di amministrazione dell'impresa, il quale a sua volta si rivolge ad un ufficiale dell'esercito il quale telefona alla polizia. Con questo MONTAGGIO l'autore delinea rapidamente la logica della trasmissione delle decisioni nella società zarista. Da notare che le prime due inquadrature, legate da un attacco sul movimento in campo/controcampo, sono girate collocando la camera in modo che vi sia sempre una parete a separare il direttore dal pubblico. 

Il capo della polizia esamina i fascicoli delle spie che intende utilizzare per sorvegliare gli operai. Le quattro fotografie prendono vita dando vita ad un PICTURE IN PICTURE sui generis.


Il suicidio di un operaio accusato ingiustamente dalla direzione di aver rubato viene reso attraverso un MONTAGGIO che lascia ad intendere l'accadimento senza mostrarlo. 


Con un procedimento che diverrà tipico nei successivi film, l'autore procede ad un secco aumento del RITMO di montaggio per rendere l'indignazione della massa nei confronti del suicidio del loro compagno, accusato ingiustamente di furto dalla dirigenza: le inquadrature si succedono sempre più brevi.


La sirena della fabbrica in viene utilizzata dall'autore come LEIT MOTIV visivo che segna i tempi della rivolta. 


La sequenza della rivolta è resa da un MONTAGGIO PARALLELO che riprende da un lato la mobilitazione dei cittadini e dall'altra l'assalto degli operai agli uffici della fabbrica.


Gli operai decidono di fermare le macchine. Il concetto è reso da una puleggia che gira su cui si sovrappone l'immagine di tre operai con le braccia conserte. La SOVRIMPRESSIONE sfuma e rimangono in campo solo i tre. 


Un MONTAGGIO PARALLELO mostra una riunione degli azionisti della fabbrica in sciopero alternata alla repressione contro gli operai. RACCORDI significativi "legano" le due linee narrative, ad esempio quando l'aggressione dei soldati segue la spremitura di un limone da parte di un azionista. 


Le spie vanno a far rapporto al capo della polizia. La scena è resa con un'efficace illuminazione in cui solo il tavolo del capo è illuminato dall'alto, mentre le spie vengono e tornano nel buio.


L'ufficiale firma l'ordine della repressione nei confronti degli scioperanti. L'intenzione è resa con una SOVRIMPRESSIONE in cui per qualche secondo le due immagini interagiscono (la mano che "ghermisce" il gruppo di operai) costruendone il significato. 


L'ambiente in cui si svolge la strage delle famiglie degli scioperanti  si presta per una serie di inquadrature che "costruiscono" la SCENOGRAFIA, con scorci, controluci, più piani di profondità. 


Nel quartier generale dove si sta pianificando la repressione l'inchiostro si sparge sulle mappe, METAFORA del sangue che verrà versato. 


Le inquadrature della strage degli scioperanti che chiude il film si alternano in MONTAGGIO PARALLELO con quello dell'uccisione di un bovino, una METAFORA che rafforza visivamente le immagini del massacro che si sta compiendo. Di questa soluzione si ricorderà Francis Ford Coppola nella sequenza finale di "Apocalypse Now".