L'ANGOLAZIONE DI RIPRESA


ANGOLAZIONI VERTICALI


A piombo


In questa scena tratta da "Mystic River" (r. di Clint Eastwood, 2003, USA) la progressiva riduzione della distanza apparente dei due personaggi dalla FI al PPP costruisce la tensione, mentre il climax è affidato ad una carrellata indietro a piombo sul padre. L'angolazione inusuale sottolinea il dramma del momento.


Il protagonista di "Blow Out" (r. di Brian De Palma, 1981, USA), dopo le sue incessanti ricerche, si sente ormai sconfitto. Il movimento di camera a piombo si muove sopra il suo studio sottolineando così la confusione che vi regna e anche lo sconforto del personaggio.



Dall'alto


Nella scena del primo incontro di "La fiamma del peccato" ("Double Indemnity", r. di Billy Wilder, 1944, USA) i due protagonisti sono ripresi con angolazioni opposte (dall’alto e dal basso). Questo tipo di angolazioni  in genere serve semplicemente a descrivere la diversa dislocazione spaziale dei personaggi. In questo caso però allude anche ad una relazione basata sulla superiore forza di uno dei due.


Il movimento dei copricapi (che visti dall'alto appaiono come tanti cerchi) è fondamentale per comprendere lo sviluppo degli avvenimenti. Il timido inizio della rivolta si scontra con la determinazione degli ufficiali: un piccolo gruppo di marinai si attarda a seguire i compagni più risoluti e viene isolato. Da "La corazzata Potëmkin" ("Bronenosets Potyomkin", r. di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, 1925, URSS).



Neutrale


In questa scena tratta da "Cria cuervos" (r. di Carlos Saura, 1976, Spagna) la piccola Ana si lamenta con la zia e il suo amante perché viene messa in discussione la proprietà della pistola che ha in mano. Il suo atteggiamento è ambiguo, visto che non le mancano i propositi omicidi. Gli adulti, giudicati severamente dal film, sono visti costantemente dal suo punto di vista: la camera ha una altezza ribassata, per riprendere lei da una angolazione neutrale e gli altri dal basso.


In questa scena di "La passione di Giovanna d'Arco" ("La passion de Jeanne d'Arc", di Carl Theodor Dreyer, 1928, Francia), Giovanna sta per essere messa al rogo. L'inquisitore è relegato in un angolo del quadro dalle masse scure del tavolo e del baldacchino. In più è ripreso dal basso e inclinato obliquamente. Al contrario Giovanna è ripresa in pieno volto, in Primissimo piano  e angolazione neutrale. Non vi sono dubbi a chi vadano le simpatie di Dreyer.



Dal basso


In questa scena tratta da "Nosferatu il vampiro" ("Nosferatu, eine Symphonie des Grauens" di Friedrich Wilhelm Murnau, 1922, DE) il comandante si lega al timone per paura di farsi prendere dal panico. Nosferatu gli si avvicina e la camera lo inquadra in Campo medio e con una angolazione dal basso. Per rendere l'angolazione più accentuata, la camera è stata collocata ad una altezza ribassata, dentro il boccaporto, in modo da comunicare il senso di potenza e minaccia che Nosferatu ispira.


Questa sequenza tratta da "Salvador" (di Oliver Stone, 1986, USA) mostra l’uccisione di Monsignor Romero, vescovo dei poveri, da parte dei sicari del regime nicaraguense. La perorazione del vescovo è ripresa dal basso, in modo da dare autorevolezza al personaggio. Quando comincia la sparatoria, per restituire un clima di confusione, il punto di ripresa resta dal basso. Nella scena in esterni l'angolazione è a piombo, per sottolineare lo spostamento delle persone nello spazio.



Supina


In questa scena tratta da "Strade perdute" ("Lost Highway", r. di David Lynch, 1997, USA, Francia) le angolazioni, prima a piombo e poi supina, mettono al centro le mani del medico. In questo modo viene impercettibilmente trasmessa la violenza del gesto e il dottor appare una figura inquietante.


Il protagonista di "Duel" (r. di Steven Spielberg, 1971, USA) sta affannosamente cercando di sfuggire al camion-killer. Per sottolineare l'emergenza e il panico del personaggio, si utilizza una angolazione supina, sotto lo sterzo.



ANGOLAZIONI ORIZZONTALI


Frontale


In questa sequenza tratta dal thriller "Intrigo internazionale" ("North by Northwest", r. di  di Alfred Hitchcock, 1959, USA) la protagonista si avvicina in carrellata a precedere, con angolazione frontale leggermente dal basso, all'aereo sul quale, se salirà, sa che troverà la morte. Il movimento di camera e le angolazioni servono a sottolineare l'espressione della sua ansia, l'incedere incerto e lo sfondo dal quale lei spera possa giungere la salvezza.


"Family Life" (r. di Ken Loach, 1971, UK) è quasi interamente composto di dialoghi tra due o tre personaggi. Contrariamente a quanto accade di solito, sono ripresi spesso frontalmente invece che di tre quarti. Lo scopo non è quello di un maggior coinvolgimento (altrimenti avremmo dei Primi piani e non dei Piani medi, ma una resa quasi documentaristica del punto di vista dei personaggi.



Tre quarti


Nella scena di "Apocalypse Now" (r. di Francis Ford Coppola, 1979, USA) in cui finalmente incontra Kurtz,  il protagonista è ripreso in Primo piano di tre quarti con un nose room  opposto al look room, rendendone così l'incertezza ed anche la fascinazione nei confronti di Kurtz. 


Ne "Il mio amico Eric" ("Looking for Eric", 2009, UK e altri) il protagonista si immagina di parlare con il campione di calcio Éric Cantona. La conversazione è ripresa di tre quarti, ma il primo con un Primissimo piano e il secondo con un Primo piano allargato ed una angolazione più accentuata, così da sottolinearne la sua distanza: è solo una proiezione mentale del protagonista.



Profilo


In questa sequenza tratta da "La sottile linea rossa" ("The Thin Red Line" di Terrence Malick, 1998, USA) uno dei personaggi sta ricordando, mentre si dirige con la nave in zona di guerra, il suo vissuto con la moglie. La situazione è resa con un Primo piano di profilo mentre è sdraiato, che rimanda già di per sé ad altro lontano, fuori dal quadro. Per questo il successivo sognante flashback non giunge inaspettato, ben separato anche dalla diversa temperatura colore.


In "Interiors" (r. di Woody Allen, 1978, USA) le vite di tre sorelle, segnate dall'infelicità e/o dalla frustrazione si incontrano/scontrano lungo il film. Dopo una serie di eventi drammatici l'inquadratura che chiude il film le mostra di profilo mentre guardano fuori dalla finestra. Il profilo rimanda sempre a qualcosa che c'è oltre, fuori campo. 



Tre quarti di spalle


In questo passaggio in auto Michel dice a Patricia cosa ama di lei, ma anche cosa non sopporta. I jump cut rendono allo stesso tempo l'ossessione amorosa di Michel ed anche, grazie all'angolazione di tre quarti di spalle, la distanza di Patricia.  Da "Fino all'ultimo respiro" ("À bout de souffle", r. di Jean-Luc Godard, 1960, Francia).


In questa scena i due amici di  "Gioventù, amore e rabbia" ("The Loneliness of the Long Distance Runner", r. di Tony Richardson, 1962, UK) hanno appena "preso in prestito" un'auto di un ricco signore. La vivacità della situazione è resa da riprese dal vero, con la camera posizionata posteriormente (riprendendoli di tre quarti di spalle) o di fianco, alla maniera della nouvelle vague.



Di spalle


Moonee spiega alla nuova amica Jancey le caratteristiche delle persone che abitano nel motel, residenza di un'umanità di emarginati e poveri. Lo stile registico con cui li si riprende privilegia costantemente i movimenti dei bambini. I visi sono poco visibili, sia perché spesso ripresi di spalle, sia perché nel loro continuo agitarsi si coprono a vicenda. "Un sogno chiamato Florida" ("The Florida Project", r. di Sean Baker, 2017, USA). 


In "Chinatown" (r. di Roman Polański, 1974, USA) l'entità della ferita del protagonista non è chiara al pubblico. Nella scena successiva il regista stimola un po' di curiosità riprendendolo con un Primo piano di spalle, dal quale non si deduce nulla. Così quando viene inquadrato con un Primo piano frontale, il pubblico viene indotto ad una emozione fatta di un po' di sorpresa e un po' di ironia.