Il genere BIOPIC


Il genere biopic (parola che deriva dalla contrazione di biographical picture) narra la vita di un personaggio realmente esistito e sufficientemente famoso. La storia "vera" viene adattata, a volte pesantemente, al servizio di una drammaturgia dalle regole molto precise. Il personaggio è sempre positivo (in caso contrario le azioni sgradevoli di cui si è macchiato nella realtà, nel film sono ampiamente giustificate) e vengono selezionati i momenti della sua vita in cui è possibile costruire azione, movimento o contrasti di caratteri. Il personaggio descritto ha una sfida da superare, ha pregiudizi da sconfiggere, e a volte un'intero sistema è contro di lui. Il climax è rappresentato dal suo trionfo nella sfida che aveva intrapreso. Il film non si sofferma sul declino, o sulle fasi senza lotta. Dato che questi personaggi sono quasi sempre maschili, vi è solitamente una donna che svolge la funzione di "angelo salvatore": non ha obiettivi di vita propri, se non quello di aiutare il protagonista (fidanzato, marito o amante...) a superare le proprie contraddizioni interiori (o i dubbi che le sconfitte momentanee inducono in lui) per trovare le risorse necessarie a vincere la sfida. I progenitori del genere sono alcuni film d'avventura o storici di qualche decennio prima, come Patton e Gandhi.

"Patton" (r. di Franklin Schaffner, 1970, USA).

"Gandhi" (r. di Richard Attenborough, 1982, UK-IN).



Nella seconda metà degli anni Novanta cominciarono ad intensificarsi i titoli di quello che ancora non poteva considerarsi un genere, tra cui: "Chaplin" (r. di Richard Attenborough, 1992), "Evita" (r. di Alan Parker, 1996), "Shine" (r. di Scott Hicks, 1996, AU), "Basquiat" (r. di Julian Schnabel, 1996), "Wilde" (r. di Brian Gilbert, 1997, UK), "Patch Adams" (r. di Tom Shadyac, 1998), "Man on the Moon" (r. di Andy Kaufman, 1999), "Pollock" (r. di Ed Harris, 2000), "Alì" (r. di Michael Mann, 2001).



Ma il genere è decollato sul serio col successo di "A Beautiful Mind", sulla vita del matematico John Nash (r. di Ron Howard, 2001). Sono seguiti tra gli altri:  "Kinsey" (r. di Bill Condon Ray, 2004), "Ray" (r. di Taylor Hackford, 2004), "Finding Neverland" (r. di Marc Forster, 2004), "Capote" (r. di Bennett Miller, 2005), "Cinderella Man" (r. di Ron Howard, 2005), "Walk the Line" (r. di James Mangold, 2005).