LA NARRAZIONE CINETELEVISIVA


Il linguaggio che universamente gode di maggior successo quando si tratta di narrare è quello cinetelevisivo. Gli spettatori di un film ad esempio sono sempre inesorabilmente superiori al numero dei lettori del romanzo da cui il film è stato tratto. La storia è la stessa, ma la massa del pubblico preferisce vederla al cinema o in tv. Definiamo pertanto narrazione cinetelevisiva, ogni concatenazione di eventi e personaggi raccontata con il linguaggio cinetelevisivo.

Il linguaggio cinetelevisivo è naturalmente narrativo. La lingua parlata e scritta può essere usata per pregare, elencare, incitare, non solo per raccontare. Il linguaggio cinetelevisivo invece si è costituito solo per raccontare qualcosa a qualcuno. Persino l'informazione, passando attraverso il linguaggio cinetelevisivo, diventa narrazione. Il telegiornale presenta una o più persone che raccontano storie fatte di eventi e personaggi. Nei programmi di varietà televisiva sono gli stessi presentatori a farsi personaggi: sono scelti per disporre di un insieme di caratteristiche pubbliche che li rende credibili per quel certo tipo di trasmissione. Anche nelle cronache sportive televisive la tendenza è sempre quella di creare il personaggio ed enfatizzare l'evento. 

Si è portati a pensare che il prodotto cinetelevisivo sia, in ultima analisi, un insieme di immagini e suoni. Nella realtà è soprattutto narrazione. Non è un caso se la progettazione della narrazione, dal punto di vista produttivo, viene prima della ripresa filmata: tutte le opere cinetelevisive sono precedute da un lavoro di scrittura chiamato fase letteraria. La sceneggiatura di un film viene elaborata mediamente nel corso di un anno, le riprese invece possono risolversi in due mesi; l'edizione di un telegiornale di venti minuti, del resto, è preceduta da ore di scrittura a più mani. La fase letteraria serve a mettere a fuoco la narrazione, in tutti i suoi aspetti. Le immagini e i suoni intervengono successivamente, sono la realizzazione di ciò che prima è stato pensato, dibattuto, scritto e riscritto. Una volta che l'opera è conclusa essa appare costituita solo da immagini e da suoni, nella realtà essa sta in piedi perché vi è, in filigrana, una trama narrativa che regge tutto.