Chiaravalle (Terze, 100 h circa)

Nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, viene intrapreso in project work un lavoro interdisciplinare sull'abbazia di Chiaravalle. Per quanto compete alla materia di Linguaggio cinetelevisivo, si dovrà realizzare un video che accompagni il testo uscito dalle lezioni di italiano.



SCRITTURA

Il docente di italiano sintetizza così il lavoro svolto:

1) abbiamo individuato le parole chiave, suggestive e immaginarie, del medio evo letterario (la strega, la donna, l'ossessione religiosa, l'incertezza, le pestilenze etc)

2) Abbiamo sviluppato un incipit dato, tenendo conto di queste parole

3) Ognuno ha letto la prima parte del proprio scritto, con commenti e suggerimenti sulle parti più forti e adatte ad essere sceneggiate

4) Abbiamo deciso la natura del personaggio principale (l'io narrante)

5) I ragazzi hanno completato singolarmente il lavoro, con suggerimenti e suggestioni del prof, seguendo un criterio di fattibilità "cinematografica"

6) Un comitato editoriale composto da studenti (volontari) ha selezionato le tre opere più adatte, sulle quali sono state inserite le parti migliori di tutti gli altri lavori

7) Il prof ha assemblato le parti migliori delle tre opere in un unico scritto

8) Lo scritto è stato letto in classe e completato con ulteriori suggerimenti, aggiunte, tagli proposti dai ragazzi

 

9) Il file è stato letto per la versione definitiva e accettato da tutti.


Il testo "Chiaravalle"

Bernardo, l’alchimista, diceva che dovevo trovare i segni e io guardavo il cielo scuro, venato di correnti. “Trova i segni a Chiaravalle”, diceva. 

Così lasciai Milano e mi incamminai pensierosa sul sentiero per l’abbazia, ma il mio cuore era pesante, perché non sapevo cosa cercare. 

Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa, come il ronzio delle mosche sui cadaveri dei cani. 

“Insegui la luce nell’ombra”: cosa aveva voluto dire? Perché mi aveva abbandonato? Perché era dovuto morire? Mi era di poco conforto il pensiero che fosse tornato in cielo, alla casa del Padre. Non ero sicuro nemmeno di questo: non aveva forse Bernardo trasgredito le leggi di Nostro Signore? Forse il suo corpo bruciava all’inferno, tra le spire di un demone, straziato per l’eternità, punito per aver voluto sapere. 

Mi fermai un istante per riprendere fiato. I miei occhi caddero sulle cime contorte degli alberi, che disegnavano strane forme nella terra straziata, contorni quasi umani, profondi nell’abisso. Pensai che anche gli alberi avevano visi d’angoscia, incubi della natura, che affondavano le radici dove le tombe custodiscono i morti. 

Ebbi paura e distolsi lo sguardo.

L’orizzonte era fermo e piatto, quasi in attesa. Sul sentiero l’aria era pregna di oscuri presagi, nei fossi e nelle rogge percepivo il gelo, ma la speranza non mi abbandonava. 

La mia mente tornò a una notte d’inverno di molti anni prima, una notte di tempesta e di neve. Ero poco più di una bambina, mia madre era stata processata per stregoneria e messa al rogo. Io dovetti fuggire, perché gli inquisitori non avrebbero risparmiato me, la figlia della strega. Ricordo che bussai alla porta dell’alchimista, una casa di pietra, ormai sfinita e in lacrime. Bernardo mi accolse come una figlia. Fu lui a nascondermi, a salvarmi da morte certa. Mi prese tra le braccia e mi condusse davanti al fuoco. Era già vecchio allora, due grandi occhi marroni e piccole orecchie tonde, la faccia ricoperta da una cascata di barba bianca, che gli cadeva fino al petto. 

La pianura si estendeva immensa davanti ai miei occhi,  tra passeri e corvi e aironi (L’AIRONE E’ IL SIMBOLO DI CHIARAVALLE, SUL PORTALE) che gracchiavano e straziavano serpenti nella palude. Camminavo e camminavo, ma pareva che tutto, intorno a me, stesse urlandomi di allontanarmi da quel luogo: le sterpaglie, i rovi, l’acqua. 

Il cimitero di Chiaravalle era poche leghe davanti a me, solo poche leghe, prima di sapere. Guardai in alto. D’un tratto le nubi cariche di pioggia, versarono le lacrime del Signore Onnipotente e io provai finalmente quel dolore che per troppo tempo avevo celato dentro di me. Il Maligno aveva sfiorato la mia anima, ma ero ancora in tempo. Dovevo trovare i segni e forse mi sarei salvata.  

Senza accorgermene giunsi all’abbazia. Quell’edificio semplice e austero sorgeva nella sconfinata pianura, circondato da paludi infide. I monaci avevano bonificato una parte della terra, strappandola ai serpenti e alla malaria. Ma ormai erano rimasti in pochi a continuare il duro lavoro dei campi. Mi feci il segno della croce, sperando che la mia fede bastasse. 

Entrai nell’abbazia deserta, nel freddo grigiore di un mattino. Percorsi la navata alla ricerca di un segno, mi guardavo intorno sperando nella via per la salvezza. Il silenzio avvolgeva la mia anima, amplificando il rintocco dei miei passi. 

Sei tu la prescelta, aveva detto Bernardo. 

Tu sola. 


La scaletta

Il docente fa leggere ad alta voce il testo che dovrà costituire il voice over del video che verrà realizzato. Poi il testo viene scalettato alla lavagna con l'aiuto degli studenti, in modo da renderne più agevole, poi, l'accompagnamento in immagini.


1. La ragazza si sta incamminando.
2. La ragazza si ferma e sosta.

3. Flashback: la figlia della strega.

4. Flashback: incontro tra l'alchimista e la bambina.

5. La ragazza riprende il cammino.

6. Comincia a piovere.

7. La ragazza arriva all'abbazia.

8. La ragazza entra in abbazia.


Pioggia di idee

Per attivare la creatività, ci si divide in gruppi il cui compito sarà, in circa mezzora tirar fuori idee visive, in maniera non strutturata, ma relativamente ad ogni punto della scaletta. Al termine del tempo stabilito i portavoce dei vari gruppi relazionano:

gruppo 1

1- Panoramica dal cielo a lei che cammina. Cielo grigio. Natura morta. Pozzanghera. Goccia che cade. Foglia che cade nella pozzanghera. Ruscello bastoncino che scorre.
2- Alberi. Nuvole. Ceppo dove lei si ferma e guarda il cielo. Lei si siede e la camera le gira intorno. Prato alla rugiada. Sospiro.

3- Lei guarda qualcosa che brucia e nel fuoco vede la faccia della madre. Vento. Zoom sul fuoco. Bisbiglio.

4- Si spegne il fuoco e lei vede l’alchimista Bernardo.

5_6 Pozzanghera dove lei pesta il piede. Vede in lontananza Chiaravalle.

7- Panoramica dal terreno all'abbazia. Zoom dell’abbazia alla torre.

8- Visione della croce e lei che fa il segno.

gruppo 2

In generale la ragazza ha un’allucinazione e per descriverlo usiamo il MOTION BLUR.

1)INZIO DEL CAMMINO. FI con carrellata a seguire. Campo contro campo. FI con carrelata a precedere.

2)SOSTA. PPP della protagonista molto confusa che si guarda in giro (audio).

3) FLASH BACK. PPP della protagonista con uno ZOOM IN dell’occhio. ZOOM OUT.

4) PP della ragazza che guarda la mamma che brucia (Il fuoco si riflette nei suoi occhi) 

5) La bambina facendo delle azioni le torna in mente Bernardo quando l’aveva salvata.
gruppo 3

1- La ragazza sta camminando nel sentiero che porta a Chiaravalle.

2- Si ferma perché è stanca e fa un strana espressione facciale.

3- Flashback: la ragazza vede sua madre morire al rogo e con la stessa espressione della scena precedente scappa.

4- Flashback: la bambina che corre con un respiro affannato e va a sbattere contro l’alchimista cadendo, lui la osserva mentre lei è per terra e capisce che è in difficoltà.

5- Dall’esplosione facciale di prima(3) le si riprende dal ricordo e riparte il viaggio verso Chiaravalle.

6- Le mentre cammina sente delle gocce e capisce sta incominciando a piovere.

7- La ragazza arriva a Chiaravalle e si guarda in giro e va verso l’abbazia.

8- La ragazza entra nel abbazia si guarda in giro e si fa il segno del croce e si toglie il cappuccio (tu sola).
gruppo 4

1. Campo-controcampo della ragazza che cammina tra gli alberi.

2. Una voce fuori campo dice qualche frase su sfondo nero, poi in dissolvenza si apre la scena.

3. Quando la ragazza si ferma carrellata circolare, poi flashback

4. Mentre la ragazza sta entrando in abbazia, carrellata laterale di lei che guarda in alto, poi carrellata avanti+panoramica verticale soggettiva

(Per esaltare l'altezza dell'abbazia).

5. Flashback con dissolvenza in bianco, poi la ragazza da bambina vede la madre bruciare (fare primo piano della madre con le fiamme e luce rossa) e poi scappa, incontando l'alchimista. Quando entra in casa girare in soggettiva.


I mattoni della narrazione

Tirando le somme della pioggia di idee è emerso che:

a. la protagonista forse non dovrebbe mai essere vista in volto, oppure solo nel finale quando si toglie il cappuccio. Il mentore, Bernardo, invece dovrebbe vedersi.

b. gli eventi principali sono: 1. il difficile cammino; 2. il flashback dell'incontro con l'alchimista; 3. l'entrata nell'abbazia.

c. l'ambientazione: campagna, prima, abbazia poi (location probabile: il percorso dal depuratore a Chiaravalle).

Eventi, personaggi e ambientazione sono i tre elementi costitutivi della narrazione. Vi sono però tre cose che si deve decidere prima (configurazione):

a. la densità narrativa: deve essere un video evocativo, quindi piuttosto rado e lento;

b. il punto di vista: è quello soggettivo della protagonista;

c. il tono. Alcuni suggeriscono che esso debba essere allucinatorio, altri che debba essere dark. Dato che non c'è accordo sul significato dei termini, si sospende il percorso per anticipare un tema del prossimo anno: il tono. 


Il tono

Viene letto in classe il paragrafo del libro di testo dedicato al tono (pp.98-100). Ci si sofferma sul concetto di emozione e di stato d'animo.  Quindi il docente propone alcuni brani tratti da film il cui tono può essere definito rispettivamente  dark e allucinatorio


Il tono dark viene definito dagli studenti, dopo la visione dei brani: misterioso, oscuro, tenebroso, epico, romantico, decadente.


Il tono allucinatorio viene definito dagli studenti, dopo la visione dei brani: totalmente soggettivo, deformante, simbolico, angosciante, fuori di testa.


SOPRALLUOGHI

Viene discusso con la classe cosa significa cercare le location, cioè le ambientazioni adatte alle riprese. Sostanzialmente due cose: ricerca e sopralluogo. 

Ognuno dei quattro gruppi si divide in ulteriori due per ricercare immagini di Chiaravalle che a. facciano capire il luogo b. siano di ispirazione per la creazione. Tutte le immagini vengono raccolte.

Gli otto gruppi verificano il possesso al proprio interno di un dispositivo per scattare foto e video. 

Il docente mostra il percorso che verrà intrapreso.


La classe esce con i docenti compiendo il percorso del Parco della Vettabbia per arrivare all'abbazia di Chiaravalle. Vengono realizzate foto e riprese che uno studente si incarica di raccogliere.


La classe, per ispirarsi, visiona "Il nome della rosa".



La classe visiona, seleziona e classifica le fotografie e i video ripresi due giorni prima.








PIANO REGIA

La classe riesamina il testo e lo divide in sequenze.

 

1. Bernardo, l’alchimista, diceva che dovevo trovare i segni e io guardavo il cielo scuro, venato di correnti. “Trova i segni a Chiaravalle”, diceva. 

 

2. Così lasciai Milano e mi incamminai pensierosa sul sentiero per l’abbazia, ma il mio cuore era pesante, perché non sapevo cosa cercare. 

 

3. Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa, come il ronzio delle mosche sui cadaveri dei cani. 

“Insegui la luce nell’ombra”: cosa aveva voluto dire? Perché mi aveva abbandonato? Perché era dovuto morire? Mi era di poco conforto il pensiero che fosse tornato in cielo, alla casa del Padre. Non ero sicuro nemmeno di questo: non aveva forse Bernardo trasgredito le leggi di Nostro Signore? Forse il suo corpo bruciava all’inferno, tra le spire di un demone, straziato per l’eternità, punito per aver voluto sapere. 

 

4. Mi fermai un istante per riprendere fiato. I miei occhi caddero sulle cime contorte degli alberi, che disegnavano strane forme nella terra straziata, contorni quasi umani, profondi nell’abisso. Pensai che anche gli alberi avevano visi d’angoscia, incubi della natura, che affondavano le radici dove le tombe custodiscono i morti. 

Ebbi paura e distolsi lo sguardo.

 

5. L’orizzonte era fermo e piatto, quasi in attesa. Sul sentiero l’aria era pregna di oscuri presagi, nei fossi e nelle rogge percepivo il gelo, ma la speranza non mi abbandonava. 

 

6. La mia mente tornò a una notte d’inverno di molti anni prima, una notte di tempesta e di neve. Ero poco più di una bambina, mia madre era stata processata per stregoneria e messa al rogo. Io dovetti fuggire, perché gli inquisitori non avrebbero risparmiato me, la figlia della strega. 

 

7. Ricordo che bussai alla porta dell’alchimista, una casa di pietra, ormai sfinita e in lacrime. Bernardo mi accolse come una figlia. Fu lui a nascondermi, a salvarmi da morte certa. Mi prese tra le braccia e mi condusse davanti al fuoco. Era già vecchio allora, due grandi occhi marroni e piccole orecchie tonde, la faccia ricoperta da una cascata di barba bianca, che gli cadeva fino al petto. 

 

8. La pianura si estendeva immensa davanti ai miei occhi,  tra passeri e corvi e aironi che gracchiavano e straziavano serpenti nella palude. Camminavo e camminavo, ma pareva che tutto, intorno a me, stesse urlandomi di allontanarmi da quel luogo: le sterpaglie, i rovi, l’acqua. 

 

9. Il cimitero di Chiaravalle era poche leghe davanti a me, solo poche leghe, prima di sapere. Guardai in alto. D’un tratto le nubi cariche di pioggia, versarono le lacrime del Signore Onnipotente e io provai finalmente quel dolore che per troppo tempo avevo celato dentro di me. Il Maligno aveva sfiorato la mia anima, ma ero ancora in tempo. Dovevo trovare i segni e forse mi sarei salvata.  

 

10. Senza accorgermene giunsi all’abbazia. Quell’edificio semplice e austero sorgeva nella sconfinata pianura, circondato da paludi infide. I monaci avevano bonificato una parte della terra, strappandola ai serpenti e alla malaria. Ma ormai erano rimasti in pochi a continuare il duro lavoro dei campi. Mi feci il segno della croce, sperando che la mia fede bastasse. 

 

11. Entrai nell’abbazia deserta, nel freddo grigiore di un mattino. Percorsi la navata alla ricerca di un segno, mi guardavo intorno sperando nella via per la salvezza. Il silenzio avvolgeva la mia anima, amplificando il rintocco dei miei passi. 

Sei tu la prescelta, aveva detto Bernardo. Tu sola. 


La classe raggruppa le sequenze secondo una logica produttiva (stessa location e personaggi), le distribuisce a cinque gruppi di ripresa. Il tutto avviene mentre una studentessa proietta una serie di foto scelte nelle due ore precedenti. Ogni gruppo elaborare le idee per le riprese da realizzare. 


Gruppo 1, sequenze 4, 9

sequenza 4

Mi fermai un istante per riprendere fiato. I miei occhi caddero sulle cime contorte degli alberi, che disegnavano strane forme nella terra straziata, contorni quasi umani, profondi nell’abisso. Pensai che anche gli alberi avevano visi d’angoscia, incubi della natura, che affondavano le radici dove le tombe custodiscono i morti.  Ebbi paura e distolsi lo sguardo.

inquadrature

1. BOSCHETTO SUL SENTIERO. Mattina, cielo coperto.
Carrellata laterale del PM della ragazza mentre cammina e poi si ferma. 

2. BOSCHETTO SUL SENTIERO. Mattina, cielo coperto.

Part. del volto non ben visibile della ragazza

3. BOSCHETTO SUL SENTIERO. Mattina, cielo coperto.

Vari dettagli degli alberi. Panoramiche a schiaffo tra gli alberi. 

4. BOSCHETTO SUL SENTIERO. Mattina, cielo coperto.

Panoramica a schiaffo da radice di un albero al PP della ragazza (il cui volto è parzialmente coperto dal cappuccio) che distoglie lo sguardo dagli alberi.

5. BOSCHETTO SUL SENTIERO. Mattina, cielo coperto.

Carrellata laterale della FI della ragazza, quando lei si ferma carrellata circolare che inquadra lo sfondo sfuocato tenendo in campo in OTS la ragazza, si deve sentire il fiatone. Poi ricomincia a camminare.

sequenza 9

Il cimitero di Chiaravalle era poche leghe davanti a me, solo poche leghe, prima di sapere. Guardai in alto. D’un tratto le nubi cariche di pioggia, versarono le lacrime del Signore Onnipotente e io provai finalmente quel dolore che per troppo tempo avevo celato dentro di me. Il Maligno aveva sfiorato la mia anima, ma ero ancora in tempo. Dovevo trovare i segni e forse mi sarei salvata.  

inquadrature

1. CIMITERO. Mattina, piove.

Particolare dei piedi della ragazza a piombo mentre cammina con l'aiuto di un bastone, poi la camera panoramica verso l’alto fino a riprendere il totale del cimitero, poi veloce zoom sul cimitero.

2. CIMITERO. Mattina, piove.

Dettagli del cimitero e alberi vicini.

3. CIMITERO. Mattina, piove.

FI  della ragazza di spalle col cimitero sullo sfondo. Part. della sua mano bagnata che stringe il bastone. Part. dei calzari sul sentiero bagnato. 

4. CIMITERO. Mattina, piove.

PP della ragazza (volto parzialmente coperto) che alza la testa.

5. CIMITERO. Mattina, piove.

Immagini di cielo scuro, pozzanghere, pioggia.

6. CIMITERO. Mattina, piove.

Carrellata a precedere della ragazza in CM che avanza verso il cimitero. 


Gruppo 2, sequenze 2, 8

sequenza 2

Così lasciai Milano e mi incamminai pensierosa sul sentiero per l’abbazia, ma il mio cuore era pesante, perché non sapevo cosa cercare. 

inquadrature

1. SENTIERO 1. Mattino. Cielo coperto.

Carrellata a seguire della ragazza mentre cammina in FI con l'aiuto di un bastone.

2. SENTIERO 1. Mattino. Cielo coperto.

Carrellata a seguire della ragazza mentre cammina in PM.

3. SENTIERO 1. Cielo coperto.

Carrellata laterale dei piedi della ragazza mentre cammina.

4. SENTIERO 1. Mattino. Cielo coperto.

Carrellata laterale della mano che regge il bastone della ragazza mentre cammina.

5. SENTIERO 1. Mattino. Cielo coperto.

Part. del volto della ragazza non completamente visibile.

6. SENTIERO 1. Mattino. Cielo coperto.

Dettagli del sentiero, dell'erba, dei fossi.

 

sequenza 8

La pianura si estendeva immensa davanti ai miei occhi,  tra passeri e corvi e aironi che gracchiavano e straziavano serpenti nella palude. Camminavo e camminavo, ma pareva che tutto, intorno a me, stesse urlandomi di allontanarmi da quel luogo: le sterpaglie, i rovi, l’acqua. 

inquadrature

1. SENTIERO 2. Mattino. Cielo coperto.

CL dall'alto del sentiero. Carrellata verticale dall'erba agli alberi. Carrellata laterale dall'alto del prato.

2. SENTIERO 2. Mattino. Cielo coperto.

Panoramica degli alberi fino alla ragazza che cammina in FI aiutandosi con un bastone.

3.  SENTIERO 2. Mattino. Cielo coperto.

Part. delle gambe della ragazza mentre cammina e attraversa il campo. 

4. SENTIERO 2. Mattino. Cielo coperto.

Dettagli di sterpaglie, fossi, sassi.


Gruppo 3, sequenze 3, 10

sequenza 3

Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa, come il ronzio delle mosche sui cadaveri dei cani.  “Insegui la luce nell’ombra”: cosa aveva voluto dire? Perché mi aveva abbandonato? Perché era dovuto morire? Mi era di poco conforto il pensiero che fosse tornato in cielo, alla casa del Padre. Non ero sicura nemmeno di questo: non aveva forse Bernardo trasgredito le leggi di Nostro Signore? Forse il suo corpo bruciava all’inferno, tra le spire di un demone, straziato per l’eternità, punito per aver voluto sapere. 

inquadrature

1. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Dettagli delle finestre nella chiesa. Dettagli dei muri. 

2. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Muro dell'abbazia dal basso verso l'alto.

3. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Dettagli delle statue, dei bassorilievi, delle pitture.

4. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Panoramica verticale dell'abbazia.

Dettagli esterni dell'abbazia.

5. CIMITERO. Giorno, nuvoloso.

Carrellata sulle tombe. Panoramica sulle tombe. Carrellata sui fiori. Dettagli di simboli funerari.

6. CIMITERO. Giorno, nuvoloso.

Dettagli e totale su una tomba, ripresa da varie angolazioni.

7. CIMITERO. Giorno, nuvoloso.

Carrellata avanti sulla porta del cimitero che si apre.

8. CIMITERO. Giorno, nuvoloso (ma anche in altro luogo)

Totale della ragazza dietro la lapide.

9. SENTIERO ALBERATO. Giorno nuvoloso.

Panoramica o carrellata degli alberi.

Panoramica dai rami al cielo nuvoloso.

sequenza 10

Senza accorgermene giunsi all’abbazia. Quell’edificio semplice e austero sorgeva nella sconfinata pianura, circondato da paludi infide. I monaci avevano bonificato una parte della terra, strappandola ai serpenti e alla malaria. Ma ormai erano rimasti in pochi a continuare il duro lavoro dei campi. Mi feci il segno della croce, sperando che la mia fede bastasse. 

inquadrature

1. SENTIERO VERSO ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Carrellata a seguire della ragazza in CM che va verso l’abbazia con l'aiuto del bastone. Poi si ferma.

2. SENTIERO VERSO ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

PP del volto della ragazza senza che si veda chiaramente mentre guarda avanti a sè.

3. SENTIERO VERSO ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Totale dell'abbazia.

 

4. CAMPAGNA. Giorno, nuvoloso.

Panoramiche e totali della campagna.

Dett. della campagna.

5. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

Totale di spalle della ragazza di fronte all'abbazia.

6. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.

La ragazza si fa il segno della croce.

7. ABBAZIA. Giorno, nuvoloso.
La ragazza si inginocchia, ripresa di profilo: FI e PM.


Gruppo 4, sequenze 1, 11

sequenza 1

Bernardo, l’alchimista, diceva che dovevo trovare i segni e io guardavo il cielo scuro, venato di correnti. “Trova i segni a Chiaravalle”, diceva. 

inquadrature

1. SENTIERO 1. Mattina nuvoloso.

Carrellata avanti sulla campagna con foschia.

2. SENTIERO 1. Mattina nuvoloso.

Dettagli su sassi, foglie, bastoni.

3. SENTIERO 1. Mattina nuvoloso.

Cielo scuro: panoramica e totali.

sequenza 11

11. Entrai nell’abbazia deserta, nel freddo grigiore di un mattino. Percorsi la navata alla ricerca di un segno, mi guardavo intorno sperando nella via per la salvezza. Il silenzio avvolgeva la mia anima, amplificando il rintocco dei miei passi.  Sei tu la prescelta, aveva detto Bernardo. Tu sola. 

inquadrature

1 . INTERNO ABBAZIA. Giorno.

Totale della ragazza che entra in chiesa.

2. INTERNO ABBAZIA. Giorno.

Carrellata laterale della ragazza che cammina dentro la chiesa, poi si ferma.

3. INTERNO ABBAZIA. Giorno.

Soggettiva del totale dell'interno della chiesa.

Dettagli della chiesa.

4. INTERNO ABBAZIA. Giorno.

Totale di spalle della ragazza che guarda avanti a sè.

5. INTERNO ABBAZIA. Giorno.

Totale della ragazza che guarda in alto avanti a sè e si toglie il cappuccio: Totale e PP.


Gruppo 5, sequenze 6, 7

sequenza 6

La mia mente tornò a una notte d’inverno di molti anni prima, una notte di tempesta e di neve. Ero poco più di una bambina, mia madre era stata processata per stregoneria e messa al rogo. Io dovetti fuggire, perché gli inquisitori non avrebbero risparmiato me, la figlia della strega. 

inquadrature

1. SENTIERO 3. Sera.

Lenta panoramica verticale dall'alto verso il basso del sentiero vuoto, quando si ferma a piombo entra in campo la bambina correndo sul sentiero, poi carrellata avanti a piombo a seguire il soggetto.

2. SENTIERO 3. Sera.

Carrellata a seguire in PM della bambina mentre corre, poi si ferma,  girandosi di scatto. Quando si gira 1/4 di panoramica circolare arrivando al profilo. Si vede lei che piange con le mani sugli occhi.

3. SENTIERO 3. Sera.

Particolare degli occhi della bambina con le lacrime, zoom sugli occhi.

4. SENTIERO 3. Sera.

Totale di fiamme e madre che brucia.

5. SENTIERO 3. Sera.

PP 3\4  della bambina davanti alla madre, con una luce rossa per il fuoco, che disperata si gira e scappa.

sequenza 7

Ricordo che bussai alla porta dell’alchimista, una casa di pietra, ormai sfinita e in lacrime. Bernardo mi accolse come una figlia. Fu lui a nascondermi, a salvarmi da morte certa. Mi prese tra le braccia e mi condusse davanti al fuoco. Era già vecchio allora, due grandi occhi marroni e piccole orecchie tonde, la faccia ricoperta da una cascata di barba bianca, che gli cadeva fino al petto. 

inquadrature

1.  CASA. Sera.

Carrellata avanti a piombo sulla bambina che corre verso una casa.

2.  CASA. Sera.

PA 3/4 di spalle della bambina che arriva ad una porta e  bussa violentemente.

Part. della mano che batte.

3.  CASA. Sera.

PP frontale della bambina che bussa piangendo e chiedendo aiuto, come fosse vista dallo spioncino. Poi si illumina come se si fosse aperta la porta, e una mano entra in campo portandola in casa.

4.  INTERNO CASA. Sera.

PP della bambina in un interno con il viso incuriosito e un po' più rilassato mentre guarda avanti.

5.  INTERNO CASA. Sera.

Totale dal basso di Bernardo che sposta degli oggetti, poi porge le mani alla bambina.


Hanno inizio le riprese, con diversi gruppi che realizzano le scene non in ordine cronologico, ma secondo location e attori coinvolti. 

Backstage

Making of


Una volta terminate le riprese comincia la post produzione. Si formano i seguenti gruppi: montaggio, green screen, color correction, titolazione, effetti sonori, musica, backstage, traduzione. A vari intervalli l'intera classe viene chiamata ad esprimere la propria opinione sui diversi stadi di lavorazione. Alla fine ne esce la versione definitiva.



Viene organizzata una proiezione "pubblica" interna alla scuola con presentazione di tutto il progetto agli insegnanti e ad altre classi.



Si dedicano due ore alla valutazione dell'intera esperienza. I docenti ordinano e organizzano la discussione scrivendo alla lavagna la tabella di ciò che non ha funzionato e di quello che ha funzionato.