La soggettiva è uno schema di montaggio, e non semplicemente un attacco. Quindi non lega semplicemente due inquadrature tra loro (anche se teoricamente è possibile limitare una soggettiva a sole due inquadrature) ma un insieme di inquadrature. Inoltre non serve a garantire la continuità di una azione, ma ad esprimere un concetto. Il concetto è: l'attenzione di un personaggio è attratto da qualcosa fuori dall'inquadratura.
Il nucleo fondamentale di una inquadratura è costituita da tre inquadrature:
a. il personaggio guarda fisso fuori dal quadro. Si crea una domanda nel pubblico: "cosa sta guardando"?
b. la "risposta" è la ripresa di ciò che è guardato. Nella realtà l'inquadratura a e l'inquadratura b potrebbero essere state riprese in tempi e luoghi diversi, ma se la soggettiva è realizzata bene il pubblico si illude che stiano avvenendo nello stesso tempo e nello stesso luogo. Naturalmente l'inquadratura b deve essere spazialmente coerente con l'inquadratura a: se il soggetto guarda verso il basso, l'oggetto guardato dovrebbe essere ripreso dall'alto verso il basso. Inoltre se è lontano dovrebbe essere ripreso con una grandezza scalare che comunichi la distanza.
c. solitamente vi è una inquadratura di ritorno in cui il soggetto distoglie lo sguardo dall'oggetto, oppure compie una qualche azione (ad esempio afferrarlo), oppure viene avvicinato dalla camera per mostrare che è stato emotivamente colpito.
Però le soggettive sono solitamente più complesse di così. L'esercizio consiste per l'appunto nel realizzarle ispirandosi a scene di film conosciuti. Vengono prima di tutto visualizzate e spiegate alcune soggettive già realizzate.
In "La corazzata Potëmkin" ("Bronenosets Potyomkin", r. di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, 1925, URSS) il medico di bordo afferma che la carne destinata ai marinai è perfettamente commestibile. La prima inquadratura è un Piano d'insieme per far capire cosa accade, la seconda inquadratura è un Particolare delle mani che chiudono gli occhiali per farne una lente (si noti che lo scavalcamento di campo è reso innocuo dal contemporaneo attacco sul movimento), la terza inquadratura (il particolare dell'occhio) dà inizio ad uno schema di soggettiva semplice in cui un personaggio guarda fisso fuori dallo schermo, la quarta inquadratura mostra ciò che il medico sta guardando con l'intervento di una parte del suo corpo (la mano).
Queste due inquadrature tratte da "The Affair" (1^stag., author Sarah Treem, 2014, USA) costituisce una soggettiva semplice. Si noti che lo sguardo del protagonista (verso l'alto) è coerente con l'angolazione dal basso con cui sono ripresi i ragazzi.
In "Accattone" (r. di P. P. Pasolini, 1961, Italia) il protagonista è combattuto tra la sua abitudine a sfruttare quelli che lo circondano, e che lo porta a indurre la sua ragazza alla prostituzione, e l'incipiente innamoramento. Come è tipico del personaggio il suo disagio non prende la forma di una seppur vaga coscienza di sè, ma quella dell'autolesionismo. La prima inquadratura è una FI che serve a collocare il personaggio nello spazio e a indicare che sta guardando qualcuno fuori dal quadro. Nell'inquadratura successiva vediamo ciò che lui sta osservando: la sua ragazza di spalle affiancata dal possibile cliente. La prima e la seconda inquadratura costituiscono dunque la soggettiva. La seconda inquadratura è un Campo medio in modo da stabilire la distanza che c'è tra i due. La quarta inquadratura è un Mezzo primo piano: un avvicinamento drastico che indica che ciò che sta vedendo turba il personaggio. La quinta comunica di nuovo ciò che il protagonista sta guardando: il cliente sta già abbracciando la sua ragazza. Per segnalarci che ciò non lo lascia per nulla indifferente la camera lo avvicina in Primissimo piano. L'inquadratura successiva ingrandisce con il Particolare ciò che colpisce il personaggio: la mano del cliente che accarezza la spalla della sua ragazza. La prima coppia di inquadrature (MPP di lui, CM di lei) serviva a registrare la distanza tra i due, ha quindi un carattere descrittivo, la seconda (PPP di lui e Particolare di lei) invece svolge una funzione emotiva: serve a farci comprendere cosa sta provando il protagonista. Se il particolare della spalla della ragazza fosse seguita al MPP di lui non avremmo capito a che distanza ella fosse collocata o avremmo pensato che si trovava a un metro di distanza. La seconda coppia di inquadrature viene alternata più volte per indicare la crescente esasperazione del protagonista, fino a che si torna sulla FI iniziale per rappresentare la soluzione che lui trova al conflitto. Si tratta di un esempio di soggettiva articolata.
In "Che fine ha fatto Baby Jane?" ("What Ever Happened to Baby Jane?", r. di Robert Aldrich, 1962, USA) Blanche è prigioniera di sua sorella Jane, che è impazzita. Non può camminare e dal piano soprastante vorrebbe raggiungere il telefono. Lo schema della soggettiva articolata aiuta a costruire la dinamica senza spendere parole: la camera inquadra la donna mentre guarda fisso in avanti e una zoomata ingrandisce il telefono; si torna a lei, stavolta con un’inquadratura più ristretta per adeguarsi alla conclusione dello zoom, che ha esplicitato la forza del suo desiderio (quindi svolge una funzione emotiva); poi, nella stessa inquadratura, la donna volge lo sguardo verso il basso. Con una soggettiva semplice sono riprese le scale, il suo ostacolo.
In questa scena il protagonista di "Get Out" (r. di Jordan Peele, 2017, USA) verifica ai margini del bosco qual è l’animale che lui e la fidanzata hanno investito. La semisoggettiva iniziale fissa la distanza tra lui e il cervo, le inquadrature successive avvicinano i due poli dell’azione con una soggettiva articolata, comunicando la crescente inquietudine del personaggio.
In "L'ultima risata" ("Der Letzte Mann", regia di Friedrich Wilhelm Murnau, 1924, Germania) il portiere torna a casa di sera pieno di vergogna per essere stato licenziato. Le ombre, la carrellata indietro che mostra i vicini che si sporgono e le immagini con sovrimpressioni mettono in rilievo la sua percezione soggettiva.
In questa sequenza tratta dalla serie "The Affair" (1^stag., author Sarah Treem, 2014, USA) Alison guarda in soggettiva suo marito che conversa con una amica. Il suo punto di vista è reso da una carrellata avanti che serve a comunicare che quel che sta accadendo interessa molto ad Alison. Si tratta di una alternativa allo schema della soggettiva articolata, in cui l'oggetto guardato e il soggetto vengono prima ripresi comunicando la distanza tra i due, poi sono di nuovo ripresi con una coppia di inquadrature ravvicinate. L'immagine "guardata" da Alison è filtrata in modo da sfocarne il contorno (con uno schema di percezione soggettiva), per rendere il punto di vista psicologicamente sempre un po' alterato del personaggio.