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Incontro 2-6. Introduzione al "silent book".

Il docente riproduce sulla digital board il silent book FLOTSAM di David Wiesner. E comincia a commentarlo sia dal punto di vista figurativo che strettamente narrativo. Ad un certo punto chiede anche a singoli studenti di commentare le vignette.


Il libro si apre con una immagine che descrive l'ambientazione. Avevamo già studiato l'anno scorso che anche i film cominciano allo stesso modo, così che il pubblico possa da subito "collocare" la storia. Altrimenti si domanderebbe dove ci si trova, distraendosi dal racconto. A volte però proprio per creare sospensione la descrizione viene negata all'inizio.


Dopo il totale di un crostaceo dietro cui si vede un occhio, si passa ad una immagine estesa che presenta il personaggio mentre sta guardando un crostaceo (di cui l'immagine precedente era evidentemente un ingrandimento). Da notare che i genitori sugli sdrai appaiono solo sul piano intermedio. Sono personaggi secondari, mentre il ragazzo è il protagonista. Sull'avampiano c'è invece il ragazzo e una serie di "oggetti di scena" che appariranno poi (microscopio, pale, ecc.) successivamente. Da notare che l'immagine occupa due facciate.


Dopo una serie di immagini che mostrano il ragazzo in varie attività di esplorazione sulla spiaggia, lo si vede travolto da un'onda. Nelle narrazioni questo momento di chiama "incidente scatenante": prima si descrive la vita tranquilla del protagonista fino a che poi non accade qualcosa che la sconvolge. Si è rotto un equilibrio. Ma ancora non sappiamo di cosa parlerà davvero il racconto.

Nelle successive immagini si vede che il ragazzo ha trovato una vecchia camera fotografica. Si noti la disposizione delle immagini. Le immagini che occupano una facciata non hanno una cornice. Ciò comunica un'idea di spazio e di assenza di confini, come se l'immagine potesse occupare tutta la facciata e oltre. Quando invece viene inserita sopra un'altra immagine o la facciata è partizionata, il bordo viene sottolineato da una cornice nera. Si noti inoltre la varietà dei rapporti d'aspetto, ognuno col suo perché. Ad esempio l'immagine in alto a destra è oltremodo panoramica (nessun formato d'aspetto cinematografico è così schiacciato) per comunicare un'idea di vuoto, spaesamento, che induce il ragazzo a cercare supporto negli adulti. Ma non lo ottiene: i genitori vengono inquadrati con angolazioni che non ne favoriscono la loro piena visualizzazione. Anche il bagnino (ripreso in Campo medio, quindi lontano) non ha risposte.

Da notare l'utilizzo da parte dell'autore del linguaggio cinematografico. Le prime tre inquadrature mostrano la corsa del protagonista verso il negozio di fotografia e mantengono la continuità sinistra/destra (attacco di direzione). Quando entra nel negozio la commessa non lo guarda neppure: di nuovo gli adulti sono distanti/distratti rispetto agli interessi dei più giovani. Il trascorrere del tempo, mentre il ragazzo aspetta lo sviluppo e la stampa, è dato anche qui da un procedimento cinematografico che si chiama "jump cut". Infine le immagini che mostrano la sorpresa del ragazzo mentre vede una delle fotografie stampate riproducono a loro volta un procedimento cinematografico, quello dell'attacco sull'asse. Da notare che l'autore per creare suspense chiude la facciata con il particolare dell'occhio in modo da affrettarci a voltare pagina.

Le pagine successive mostrano le "fotografie": una serie di immagini di un mondo subacqueo fantastico, pieno di creature sorprendenti e senzienti. Alla fine appare una "fotografia" in cui una ragazza mostra a sua volta la fotografia di un altro ragazzo il quale a sua volta mostra un'altra fotografia di un ragazzo che... ecc. Si deve notare che ogni ragazzo è di una etnia diversa. Da notare infine che l'autore per distinguere le immagini "normali" da quelle che vogliono apparire come fotografie, borda queste ultime con una doppia cornice assai spessa. 

A quel punto il protagonista vuole scoprire il "segreto" e dunque utilizza le strumentazioni (la lente, il microscopio) che avevamo notato nella terza immagine, per ingrandire le immagini. Anche questo è un procedimento cinematografico: se un personaggio deve usare un oggetto di scena, questo deve essere stato "presentato" prima, altrimenti il pubblico si domanda: ma da dove esce fuori quel microscopio? Il ragazzo scopre così che in quella foto si può andare indietro nel tempo fino a "scoprire" ragazzi di fine '800.

Il ragazzo pensa a lungo al da farsi. Il trascorrere del tempo è reso dal passaggio di pagina e dalla variazione del costume: il ragazzo s'è messo addosso l'asciugamano. Evidentemente è tardi e fa fresco. In effetti nell'inquadratura successiva si vedono i genitori (in Campo lungo) che lo avvisano che se ne stanno andando. Non vengono usate parole: l'intenzione è resa dalla mano alzata del padre e dalla coppia sull'avampiano che sta effettivamente andandosene (=tutti se ne stanno andando).


Il ragazzo, rimasto solo (=senza gli adulti), decide di ripetere l'operazione dei ragazzi che l'hanno preceduto e scatta una fotografia di se stesso mentre regge la foto in cui, sempre più piccoli e sempre più lontani nel tempo, sono riprodotti gli altri. 

Dopodiché lancia in mare la macchina fotografica con dentro il rullino.


Cambia il punto di vista: il libro "abbandona" il protagonista e mostra il viaggio della camera. Viene portata dalle creature del mondo sottomarino a una grande distanza, fino a che non viene fatta arenare in una spiaggia dove una bambina nota una vecchia macchina fotografica... Il termine cinematografico "punto di vista" viene associato a quello studiato dagli studenti in italiano "focalizzazione" e si decide di utilizzare quella terminologia.


Gli studenti sono invitati in dieci minuti a scrivere al cellulare (e poi inviare al docente) le risposte ai seguenti quesiti:

1. Commenta il silent book. Cosa ti ha colpito, cosa funziona, cosa non funziona.

2. Descrivi il personaggio (caratteristiche fisiche e psicologiche).

3. Descrivi l’ambientazione (spaziale e temporale).

4. Sintetizza la storia in tre righe.

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Le risposte degli studenti ai quesiti
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Nell'incontro successivo si torna a ragionare su "Flotsam" a partire dalle risposte degli studenti. Notiamo che:

a. i silent book contengono numerosi dettagli, dato che sono spesso rivolti ai bambini. I bambini hanno una maniera diversa di leggere l'immagine rispetto agli adulti. Notano molto di più gli elementi che sono piccoli o a volte nascosti. Percorrono l'immagine più che soffermarsi su un centro di attenzione. Questa capacità di lettura si perde quando i bambini imparano la scrittura e cominciano a dare più importanza all'informazione "utile". Inoltre iniziano a consumare molti prodotti cinetelevisivi. L'audiovisivo infatti propone tipicamente inquadrature dove da subito è chiaro il centro di attenzione, cioé cosa è importante e cosa no. Ciò accade perché l'inquadratura audiovisiva è breve, subito sostituita da un'altra, grazie al montaggio. In un film, se si vuol far notare un piccolo oggetto, non lo si disperde in una immagine piena di altri elementi distrattori, altrimenti il pubblico non fa in tempo a notarlo. Gli si dedica invece una inquadratura specifica e ravvicinata. Quindi sarà importante, producendo il silent book, decidere se ci si rivolge a un pubblico di bambini o adulto, perché ciò influenza la costruzione dell'immagine. 

b. quando al cinema si vuol colpire il pubblico si utilizza un PP o un PPP. Nei silent book invece potrebbe essere una immagine che occupa due facciate. Cioé l'opposto. L'immagine in cui il protagonista scopre la vecchia macchina fotografica, al cinema sarebbe stata resa probabilmente con un piano ravvicinato della sua espressione stupita, seguita dall'inquadratura ravvicinata dell'oggetto (soggettiva).

c. nel silent book la trama non è così "precisa". Il pubblico viene lasciato in parte libero di costruirsi le proprie ipotesi. Nel caso di "Flotsam" ad esempio non sappiamo "chi" organizza il loop. È un popolo misterioso che vive negli abissi? È una magia? Oppure è tutta una fantasia del protagonista?

d. gli adulti sono "distanti" o non interessati alle cose fantastiche che stanno accadendo: i genitori non sono mai ripresi in maniera chiara (sono usate angolazioni di profilo, tre quarti di spalle o dall'alto), il bagnino (in CL) non sa aiutare e la commessa nemmeno guarda in faccia il ragazzo. Forse l'autore vuole comunicarci che il mondo della creatività e della fantasia appartiene ai bambini mentre gli adulti se ne sono allontanati. E questo li porta a non "vedere" ciò che è importante.

e. l'autore ha scelto un colore dominante per il silent book: un azzurro chiaro che domina grazie allo spazio lasciato al mare e al cielo. Gli altri colori ci sono, ma sono desaturati. Le immagini che descrivono il mondo sottomarino, invece, hanno colori vari e spesso forti. 


In un incontro successivo viene distribuito il silent book A STONE FOR SASCHA di Aaron Becker. Viene chiesto agli studenti un'analisi autonoma, scritta, da inviare poi al docente:

1) racconta la storia narrata

2) descrivi il personaggio principale

3) descrivi l'ambientazione 

4) individua la focalizzazione

5) scrivi quali sono le scelte formali dal punto di vista 

-dell'impaginazione (disposizione, rapporto d'aspetto, orientamento, dimensione, bordo)

-delle scelte di colore

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Risposte degli studenti per l'analisi del silent book "A stone for Sascha".
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In un incontro successivo docente e studenti analizzano insieme il silent book a partire dalle loro risposte. Si nota tra l'altro:

a. la prima immagine è importante: mostra la bambina che abbraccia il suo cane, ma è incorniciata, come se fosse la fotografia di un passato lontano. La seconda immagine prende tutta la pagina. La bambina non è mai ripresa chiaramente in viso. In questo caso è addirittura tagliato dal bordo dell'inquadratura. Così si evidenziano di più le sue azioni e il contesto. L'immagine mostra sullo sfondo la famiglia e sull'avampiano il campo con fiori gialli. È una inquadratura tipica dell'immagine fissa. Un film avrebbe separato l'inquadratura dei genitori.

b. trattandosi di un silent book, l'autore per far comprendere la situazione è costretto a rilasciare una serie di indizi visivi per informare della morte del cane: il padre tiene in braccio un fagotto avvolto in una coperta con zampe di cane, e in fondo alla fossa è stato sistemato un osso. Il bambino più piccolo continua a giocare, quindi il cane era legato soprattutto alla sorella. L'ambientazione indica che non si tratta di una famiglia ricca. Dopo il seppellimento la bambina è ritratta scontornata. In questo modo, isolata nel bianco, viene comunicato meglio il suo senso di solitudine. Quindi l'incidente scatenante è collocato proprio all'inizio del racconto.


c. la famiglia lascia in auto l'abitazione per dirigersi al mare. Sull'avampiano campeggiano i fiori gialli collocati sulla tomba e che sono già appassiti. Al mare la bambina vede in lontananza una bambina che gioca col suo cane. Lei lancia un sasso e questo è il pretesto per l'avvio di un flashback. Un meteorite colpisce la Terra rilasciando del metallo prezioso al suo interno, che col tempo risale in superficie. L'aspetto interessante è la maniera che trova l'autore per esprimere il passaggio di tempo: una serie di inquadrature ad orientamento verticale descrivono la risalita del metallo, mentre in superficie si alterna la fauna tipica di diverse epoche. Un altro stratagemma grafico è utilizzato per mostrare le vicende del metallo sulle mura di Babilonia: le diverse inquadrature riprendono sezioni successive della stessa costruzione ma differenti epoche storiche. Il rapporto d'aspetto delle inquadrature è prevalentemente quadrato, ma a volte il quadrato viene partizionato in tre parti (a orientamento verticale o orizzontale) per rappresentare un passaggio di tempo.

d. Dopo molte vicende il metallo si riduce a una pepita che viene trasportata dalla corrente proprio dove si trova la protagonista al mare. Lei la osserva con rispetto ed ammirazione. Si comprende che la considera qualcosa di prezioso. Decide dunque di porla sulla tomba del cane, perché il suo valore corrisponde all'affetto che lei nutriva per l'animale. La pepita che ha attraversato migliaia di anni rappresenta per lei un omaggio più duraturo rispetto a fiori che presto appassiscono. In ogni caso, ciò che ha valore per lei è rappresentato sempre dal giallo, che spicca in tavole dove la dominante di colore è tendente al viola.


In un incontro successivo gli studenti sono divisi in coppie stabilite dal docente. Ognuno di loro deve analizzare due silent book tra quelli portati dal docente. Il docente illustra brevemente tutti i silent book in modo da facilitare la scelta delle coppie. Ogni coppia deve redigere una analisi dei testi (una sola risposta per coppia) e inviarla al docente. La griglia di analisi è più complessa delle precedenti due (la prima conteneva 3 domande, la seconda 5) e riprende temi già affrontati nelle lezioni precedenti. Questa la griglia:

1. Titolo e autore del silent book

2. Breve descrizione della storia

3. Caratteristiche psicologiche e fisiche del protagonista

4. L’ambientazione

5. L’incidente scatenante

6. La focalizzazione utilizzata

7. Alcuni degli indizi rilasciati dall’autore per far comprendere lo svolgimento della storia senza usare le parole

8. I salti temporali

9. Le scelte di colore

10. Le scelte di impaginazione (rapporto d’aspetto, orientamento, grandezza, disposizione, bordo)

11. Il livello di complessità delle immagini  

Il lavoro sarà valutato insieme ai due lavori precedenti.





In un successivo incontro si discute sulle analisi presentate. Si comincia con i lavori di due coppie sul silent book "Return" di Aaron Becker. Alla fine della revisione gli studenti sono invitati ad inviare al docente una versione aggiornata della loro analisi. 
Le prime due facciate sono costituite a sinistra dalla controcopertina e a destra dal frontespizio che di solito ospita solo titolo, nome dell'autore e editore. Come spesso accade nei silent book il frontespizio ospita anche una immagine decisiva per la comprensione della storia. In questo caso è la situazione di partenza: un padre troppo occupato per occuparsi del figlio. Gli indizi sono: il padre di spalle (capiamo anche il suo lavoro, forse è lo stesso autore), il bambino appoggiato alla terra e l'aquilone a terra.

L'immagine successiva prende due facciate. Il colore dominante è sul grigio. È il mondo della realtà. L'immagine, come tipico delle immagini per i più piccoli, è complessa. Dobbiamo "andare a cercare" il bambino, che è finito in fondo a destra.

Il girapagina come sempre è un momento di sospensione e spesso di sorpresa. Nell'immagine precedente eravamo ancora nella realtà (il bambino si limitava a disegnare una porta sul muro), ora in quello della fantasia (la porta si è aperta). Da notare che le due porte, quella disegnata e quella aperta, si trovano nella stessa posizione, anche se in pagine diverse. Da notare che l'autore, per descrivere la sua presa di coscienza della sparizione del figlio, ha partizionato in tre la facciata ed ha scontornato le figure in modo che il pubblico si focalizzasse sui suoi sentimenti, più che sull'ambientazione.

L'immagine successiva mostra il padre che si affaccia sul mondo della fantasia. Lui è piccolo, l'ambientazione prende tutto lo spazio. D'ora in poi verranno abbandonate le tonalità grigie: il mondo della fantasia è piena di colori. Nel linguaggio cinematografico tale situazione sarebbe stata rappresentata ad esempio da una soggettiva: PP del personaggio con la faccia stupita e poi Totale del bosco.

L'autore ha abbandonato il punto di vista del figlio per adottare quello del padre. In questo modo il pubblico condivide con il padre la curiosità di capire che fine abbia fatto il figlio.


Il docente discute con le coppie di studenti che hanno esaminato i silent book "Re-zoom" e "Il ninja innamorato". Il risultato delle discussioni dovrà essere inviato al docente correggendo le analisi precedentemente presentate. Tra gli elementi sottolineati vi è l'importanza del frontespizio: la facciata collocata a destra dopo la copertina e l'eventuale risguardo che contiene titolo, autore e casa editrice. Nei silent book spesso è illustrato e contiene o l'antefatto oppure una sintesi degli elementi successivi. La controcopertina di solito contiene notizie sull'edizione, la quarta di copertina una presentazione del libro (di solito è la parte letta da chi è in libreria e deve scegliere l'acquisto). Il risguardo lega fisicamente la parte cartacea del libro alla copertina rigida. Per questo a volte è più robusto. Può anche essere bianco.

Nel caso di cui sopra, la controcopertina e il frontespizio ospitano una pagina al vivo, senza bordi (è lo stile di tutto il libro), a due facciate. Costituisce una sintesi della storia. Vi è il protagonista con il suo sogno d'amore nei confronti della Luna e vi sono i due personaggi secondari (i gatti innamorati) che svolgono una funzione rafforzartiva e in parte esplicativa dei sentimento del ninja.


In tutti e due i casi gli autori preferiscono usare tinte piatte (senza sfumature). La complessità dell'immagine però è assai differente: nella prima è estremamente semplificata, la lettura è immediata. Nella seconda non è mai volutamente chiaro il punto di attenzione e sono presenti innumerevoli dettagli.